"Gli davo fastidio perché ero il suo capo". C’è anche questo tra i moventi che, secondo una donna, avrebbero spinto il suo ex convivente, conosciuto sull’ambiente di lavoro, a vessarla. Lei ha sporto denuncia, poi approdata a un decreto di giudizio immediato, di fronte al quale l’uomo ha chiesto il rito abbreviato. All’esito del processo di primo grado, celebrato lunedì, il giudice Luca Ramponi ha assolto il 32enne dall’accusa di maltrattamenti in famiglia e lo ha condannato a 10 mesi per un episodio di lesioni. I fatti contestati sono avvenuti tra le mura di casa, a Vezzano. Secondo quanto riferito dalla donna, una 46enne, dal gennaio al dicembre 2023 lui l’avrebbe minacciata con frasi di questo tenore: "Ti ammazzo, non vali niente, sei una pazza" e "Sei una razzista... non posso sottostare a te". E poi l’avrebbe percossa, prendendola per il collo e spingendola a terra. In un’occasione, datata 15 dicembre 2023, quando lei si sarebbe rifiutata di fare quanto lui le ordinava: l’avrebbe afferrata al collo e le avrebbe detto "Ti ammazzo", facendola svenire. Dopo che la donna aveva ripreso conoscenza, lui l’avrebbe scaraventata sul letto impedendole di muoversi, fino a quando la donna non riuscì a fuggire grazie all’intervento dei vicini allertati dalle sue urla. Lei fu medicata all’ospedale Santa Maria Nuova di Reggio, dove le fu formulata una prognosi di cinque giorni. Dopo quest’episodio, per il quale è stata formulata l’accusa di lesioni, la donna ha sporto denuncia verso il compagno, per il quale sono state disposte le misure cautelari dell’allontanamento dalla casa familiare e del divieto di avvicinamento ai luoghi da lei frequentati. Durante la discussione, il pubblico ministero Denise Panoutsopoulos ha ritenuto che i maltrattamenti non sussistessero, e che fosse provato solo l’episodio del 15 dicembre 2023, per il quale ha chiesto una pena di 10 mesi. La difesa, affidata all’avvocato Marco Barile, ha aderito alla tesi del pm per quanto riguarda le presunte vessazioni durante un anno, evidenziando che un parente della donna aveva descritto il 32enne come persona rispettosa e che anche i vicini di casa avevano sentito litigi, ma nulla di più. La donna si è costituita parte civile affidandosi all’avvocato Rosa Apadula. Il giudice Ramponi ha assolto l’imputato dai maltrattamenti ("Il fatto non sussiste"), lo ha condannato per lesioni a 10 mesi e a pagarle una provvisionale di 2mila euro. L’imputato ha prospettato la rinuncia al ricorso in Appello e ha chiesto di poter fare lavori di pubblica utilità, su cui il giudice si pronuncerà in novembre.
CronacaBotte e minacce alla ex: condannato 32enne