
Montecchio (Reggio Emilia), 15 novembre 2023 – Vai dal medico di base per una visita, finisci malmenato in ospedale. Furono botte a orbi quelle che volarono davanti alla sala d’attesa di un ambulatorio per decidere chi avesse la precedenza ad entrare.
La lite furibonda – avvenuta a Montecchio alla fine dell’agosto 2018 – ebbe come protagonisti un padre e un figlio da una parte e un terzo paziente dall’altra. Ora l’episodio è oggetto di un processo per lesioni e minacce davanti al giudice Luigi Tirone; ieri si è svolta l’ennesima udienza, in cui sono stati ascoltati alcuni testimoni. Gli imputati inizialmente erano i due: un trentenne montecchiese (difeso dall’avvocato Maria Vittoria Grassi) e suo padre, deceduto nel marzo scorso.
Parte offesa – assistita dall’avvocato Gianluigi Iembo - un uomo oggi 57enne della Val d’Enza, che quel giorno venne non solo minacciato ("Ti ammazzo", gli sarebbe stato detto) ma strattonato tanto da ritrovarsi la maglia stracciata e da riportare graffi, politraumi e una frattura di un dito della mano destra, con una prognosi di guarigione di oltre 30 giorni.
Ieri mattina a Palazzo di Giustizia sono stati ascoltati alcuni testimoni: pazienti che quel giorno si trovavano in fila e che allibiti assistettero alla lite poi degenerata; dato che alcuni sono anziani che a distanza di anni hanno solo un vago ricordo della scena, sono state acquisite agli atti le dichiarazioni che resero allora ai carabinieri.
Secondo l’indagine, quel giorno uno dei due medici dello Studio Paeonia era in visita domiciliare e si era formata un’importante fila all’ingresso dell’ambulatorio. Quando tornò, la parte civile propose di formare due code ma questo non piacque al giovane, che accusò l’altro di comportarsi scorrettamente.
La discussione sarebbe sfociata prima in un "vaff…", poi in minacce. Dalle parole si passò ai fatti con il 57enne che sarebbe stato afferrato al collo dal giovane, con l’intervento del padre a dar manoforte al figlio. Sul posto vennero chiamati i carabinieri per riportare la calma. Il 57enne venne poi portato all’ospedale Franchini per medicare i traumi e valutare il dolore alla mano destra, che poi si rivelò una frattura. In considerazione dell’età dell’imputato e del suo recente lutto, la parte offesa a inizio processo aveva manifestato una volontà non punitiva proponendo una remissione di querela e una soluzione stragiudiziale. La proposta non è stata però accolta perché il giovane vuole difendersi nel processo convinto delle proprie ragioni. Prossima udienza a febbraio.