Brecht tra i colori degli anni Trenta

Al Valli va in scena ’Mahagonny’, scene e costumi sono ispirate al pittore americano Edward Hopper

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di Stella Bonfrisco

In un nuovo allestimento - coprodotto da Teatro Regio di Parma e Fondazione I Teatri - venerdì 13 (alle 20) e domenica 15 maggio (alle 15,30) va in scena al Valli "Ascesa e caduta della città di Mahagonny", opera in tre atti su testo di Bertolt Brecht con la musica di Kurt Weill, che chiude la Stagione di Lirica dei Teatri. Una messa in scena coraggiosa, che dopo il debutto a Parma arriva a Reggio. La regia, affidata a Henning Brockhaus, costruisce uno spettacolo articolato e dinamico. Nella buca, l’Orchestra dell’Emilia-Romagna ’Arturo Toscanini’, diretta da Christopher Franklin.

"Ascesa e caduta della città di Mahagonny" è l’opera che rinnova il sodalizio tra Kurt Weill e Bertolt Brecht, sancito nel 1928 con la "Dreigroschenoper" (L’opera da tre soldi). Il regista, in questa lettura dell’opera, dice di ispirarsi per scene e costumi alla pittura americana di Edward Hopper: le scene di Margherita Palli e i costumi di Giancarlo Colis restituiscono una città americana degli anni Trenta, colorita e disordinata, in sintonia con testo e musica.

"Mahagonny – appunta Brockhaus – è una metropoli del piacere e divertimento, un paradiso del whisky, del mangiare senza limiti, dei bordelli lussuriosi. Un luogo dove i soldi possono tutto, ma alla fine non servono a niente: non si compra la felicità. Il protagonista Jim Mahoney con impeto da rivoluzionario del capitale impone la legge del ’tu puoi fare tutto’, ma diventa alla fine vittima delle sue intenzioni: indebitandosi per aiutare un compagno chiede un prestito che gli viene negato, così viene condannato a morte perché non ha più soldi. Non avere soldi è rigorosamente vietato a Mahagonny. Alla fine la città precipita in rovina, fra le proteste dei cittadini che condannano le atrocità del capitalismo e si ribellano con violenza".

Interessante l’idea di dare spazio al mondo degli operai, esclusi da Mahagonny: questa realtà di poveri e sfruttati esiste come un’ombra, presenza angosciante sul fondo della scenografia, creando un forte contrasto con questa città dell’utopia e della perdizione, sul filo di un abisso nel quale poi alla fine precipita.

Nel cast Chris Merritt nel ruolo di Fatty, Tobias Hächler è Jim Mahoney. Spicca la Leokadja di Alisa Kolosova, così come la Jenny Hill di Nadja Mchantaf. Il baritono Zoltan Nagy è Moses. Biglietti interi: 5545 3525 euro. Info: www.iteatri.re.it