ALESSANDRA CODELUPPI
Cronaca

Brescello, sindaci prosciolti. Le motivazioni del giudice: "Mafia, legami non provati"

Gli ex primi cittadini Coffrini e Vezzani scagionati, emergono nuovi dettagli. Sulla variante per il supermarket. "Cosca arricchita, ma manca il collegamento".

Gli ex primi cittadini Coffrini e Vezzani scagionati, emergono nuovi dettagli. Sulla variante per il supermarket. "Cosca arricchita, ma manca il collegamento".

Gli ex primi cittadini Coffrini e Vezzani scagionati, emergono nuovi dettagli. Sulla variante per il supermarket. "Cosca arricchita, ma manca il collegamento".

Sono state depositate le motivazioni della sentenza in cui il giudice dell’udienza preliminare Roberta Malavasi ha pronunciato in marzo il "non luogo a procedere" per i due ex sindaci di Brescello Marcello Coffrini (difeso dagli avvocati Mario L’Insalata ed Eleonora Ciliberti) e Giuseppe Vezzani (assistito dagli avvocati Alessio Fornaciari e Valeria Miari), accusati di concorso eterno alla mafia, per i quali il pubblico ministero della Dda Beatrice Ronchi aveva chiesto il rinvio a giudizio. Il gup si è soffermata su alcune vicende rilevanti, in primis la variante del 2010 per la costruzione del supermercato Famila. Allora non fu chiesta l’informativa antimafia al gruppo Lb immobiliare srl, che vedeva tra gli amministratori parenti stretti di Francesco Grande Aracri e del fratello Nicolino, il boss di Cutro. In una nota del novembre 2024, la Dia di Bologna ha riferito sulla destinazione del denaro incassato dalla Lb immobiliare per la vendita dell’area: "L’elenco dei beneficiari reca quasi solo soggetti prossimi al gruppo criminale". Per il giudice "non è improbabile che nel dibattimento possa essere acquisita la prova che l’azione amministrativa, imputabile al sindaco e all’assessore all’Urbanistica, abbia prodotto un arricchimento della consorteria criminale (...). Ciò che invece resta sfornito di prova è che gli imputati abbiano agito nella consapevolezza e con la volontà di realizzare quel risultato".

Poi la variante datata 2004 del quartiere di via Pirandello, dove abitavano esponenti mafiosi: secondo Coffrini scarseggiavano le aree verdi e i parcheggi, così si era deciso di spostare le aree edificabili in zone più periferiche. Secondo la commissione prefettizia, ciò favorì i proprietari, vicini alla ‘ndrangheta, delle aree perimetrali, diventate all’improvviso edificabili con conseguente aumento di valore. Per il tribunale "il fatto che non siano state trovate negli atti del Comune le forti richieste di aree verdi e parcheggi non significa che il decentramento delle aree edificate non fosse ritenuto dalla giunta un obiettivo di interesse generale". Parole dure dal giudice sui lavori per ristrutturare nel 2011 una sede da destinare all’Avis, affidati alla ditta di Grande Aracri: al centro la onlus Brescello solidale che conferì l’appalto, costituita da amministratori locali tra cui Vezzani e Coffrini, e finanziata dal Comune di Brescello, Provincia e Avis regionale. "Non è seriamente credibile che sia stata una decisione ingenua, animata dalla preoccupazione di non discriminare le imprese dei calabresi o di non apparire pregiudizialmente ostili a una persona che aveva pagato il suo debito con la giustizia". Sul nodo politico, si ripercorre che Alfonso Diletto, poi condannato per mafia, nel 2009 candidò nel centrodestra la figlia Jessica che prese pochi voti. "Fatto sta che le elezioni le vinse Vezzani e poi nel 2014 Coffrini, entrambi del centrosinistra, il secondo certamente votato dai mafiosi che lo hanno pubblicamente sostenuto anche nello scandalo che seguì all’intervista rilasciata a Cortocircuito. Il punto dirimente – afferma il giudice – è se lo abbiano fatto in esecuzione di un accordo di scambio o perché ne apprezzavano comprensibilmente la disponibilità. Nulla nell’indagine del pm depone in maniera seriamente convincente per un accordo di scambio politico mafioso".

Le circostanze riferite dal pentito Giuseppe Giglio sono state ritenute troppo vaghe e anche i contatti telefonici con soggetti vicini a contesti mafiosi, in numero contenuto e che Coffrini ha spiegato come legati ad incarichi nel suo studio professionale come avvocato. Sulle questioni legate all’intervista di Coffrini a Cortocircuito, la manifestazione organizzata in suo sostegno in piazza, e su come i due ex sindaci si siano spesi o meno nel contrasto alla ‘ndrangheta, jl giudice scrive: "Ciascuno può (politicamente) giudicare, ma tali condotte non hanno rilievo sul piano penale".