Ogni volta che apre bocca, scoppia la polemica. Come alla sua ’prima’ in tribunale (era il 16 aprile 2021), accusato di concorso nella strage alla stazione: "Come mi sento? – disse – Come Sacco e Vanzetti". Apriti cielo. O quando, l’1 dicembre scorso, diretto al giudice Francesco Caruso, chiosò: "Presidente, non è mica cosa da poco essere accusato di una strage sapendosi innocente. Avrei per caso dovuto mentire?". Ora però, a 4 mesi dalla condanna all’ergastolo, con le motivazioni della sentenza imminenti e un appello ancora da fissare, le parole di Paolo Bellini (foto), ex esponente di Avanguardia Nazionale, nelle 12 ore di intervista sul sito Reggio Report e sul canale Youtube Ragion di Stato, rilasciata a Gian Paolo Pelizzaro, Gabriele Paradisi e Pierluigi Ghiggini, diventano una vera e propria bufera. "Un’intervista – tuona Paolo Bolognesi, presidente dell’Associazione dei familiari delle vittime – che sembra un tentativo di condizionamento, un modo per fare il processo di appello fuori dall’aula". Ed ecco la richiesta di un intervento del Csm: con una lettera indirizzata al presidente Davide Ermini, si sollecita un intervento per "chiarire se Bellini potesse essere autorizzato dal giudice di sorveglianza a rilasciare quelle parole".
"Io – dice il killer di Alceste Campanile nel documento – non sono uno stragista. Non ero a Bologna il 2 agosto 1980. Non faccio parte del Sisde, Sismi o dei massoni". Ancora: "Mi avete voluto usare come coperchio per chiudere il sarcofago?".
Appare "strano e inopportuno", riprende Bolognesi, "che venga concessa l’autorizzazione a concedere un’intervista a chi solo lo scorso 6 aprile è stato condannato all’ergastolo e all’isolamento diurno per un anno". Il deputato dem Andrea De Maria presenterà sulla vicenda un’interrogazione parlamentare.
Nicola Bianchi