Bufera su un’azienda di San Polo "Ita Airways l’ha pagata per niente"

Con un’interrogazione, quattro deputati di Azione-Italia Viva chiedono ragione dei 4,5 milioni ottenuti da Tie "Non risultano disponibili dati pubblici che facciano chiarezza su questi accordi commerciali".

Bufera su un’azienda di San Polo  "Ita Airways l’ha pagata per niente"

Bufera su un’azienda di San Polo "Ita Airways l’ha pagata per niente"

di Francesca Chilloni

Quali iniziative il Ministro dell’economia e delle finanze intende "adottare sia in termini di trasparenza che in termini commerciali, qualora i suddetti accordi si rivelassero di ridottissimo o nullo valore economico per le società a controllo pubblico?".

La richiesta di chiarezza sui contratti milionari tra Ita Airways con la True Italian Experience (Tie) con sede a San Polo sono al centro di una interrogazione presentata da quattro deputati del gruppo Azione-Italia Viva: il modenese Matteo Richetti, Giulia Pastorella, Fabrizio Benzoni ed Enrico Costa. Gli aspetti controversi degli accordi erano stati messi in luce lo scorso anno da un’inchiesta del Domani, e poi ripresi in modo ficcante da Dagospia. Un recente articolo de L’Espresso, che sarebbe basato sull’audit Ita, invece racconta che la compagnia "ha corrisposto 4,2 milioni di euro a fronte di 0 euro di ricavi per Ita nel 2022" e che il 9 gennaio sarebbe stata comunicata la volontà di recedere dall’accordo con efficacia dal 31 dicembre 2022. La Tia è presieduta dal uomo d’affari sampolese Giovanni Prandi, ed ha come ad Maurizio Rota che quasi un anno fa presentò, in un evento ospitato dal Chiostro del Bramante a Roma, l’accordo con la compagnia aerea pubblica datato 27 dicembre 2021.

Con lui Fabio Maria Lazzerini, ad e dg di Ita, che spiegò come Tie sia un "innovativo hub digitale per lo sviluppo del turismo verso il nostro Paese che aggregando i principali stakeholder della filiera turistica crea ‘sistema’ per promuovere nel mondo tutte le esperienze che si possono vivere in Italia". Alla presentazione erano presenti l’allora ministro del Turismo, Massimo Garavaglia, il segretario del Ministero degli affari esteri Ettore Sequi, i sindaci di Roma e Milano Gualtieri e Sala.

L’azienda con sede a San Polo, fondata nel giugno 2020, di sé in gennaio spiegava di contare su "29 unità tra dipendenti e collaboratori, 2 sedi operative, un’infrastruttura informatica su tutto il territorio europeo. Il capitale sociale è pari a 1 milione di euro". Nell’interrogazione - presentata prima in Commissione trasporti, poi trasferita in Commissione finanze ed ancora in attesa di risposta - si spiega che Ita "ha già corrisposto in un anno oltre 4,5 milioni di euro più Iva a favore di Ita per i servizi offerti dalla piattaforma tra il mese di dicembre 2021 e la fine del 2022". E "stando alle informazioni disponibili… il contratto siglato prevede ulteriori compensi per 10.250.400 euro a favore della piattaforma digitale per il periodo 2023-2025". I deputati sottolineano come "effettivamente non risultano disponibili dati pubblici che facciano chiarezza su questi accordi commerciali". Per questo chiedono al ministro Giancarlo Giorgetti se "se sia a conoscenza degli accordi …quali siano i termini sottoscritti dalle due aziende di proprietà pubblica con la controparte" e "quale sia il reale apporto di Tia in termini di business".