FRANCESCA CHILLONI
Cronaca

Ca’ Lita, cinque milioni per salvare il borgo

Il sopralluogo del presidente regionale de Pascale sul fronte della frana più grande d’Europa, lunga 2,7 km e profonda fino a 52 metri

Il sopralluogo del presidente regionale de Pascale sul fronte della frana più grande d’Europa, lunga 2,7 km e profonda fino a 52 metri

Il sopralluogo del presidente regionale de Pascale sul fronte della frana più grande d’Europa, lunga 2,7 km e profonda fino a 52 metri

A Ca’ Lita di Baiso si trova la maggior frana d’Europa, lunga 2,7 km e in alcuni punti profonda 52 metri, in cui si incanalano cinque frane minori. Uno spaventoso fiume di 10 milioni di metri cubi argilla, limi sabbiosi e massi che si muove di pochi centimetri al mese ma che, in caso di piogge intense come nel 2023, può correre a 18 metri al giorno. Minaccia a monte una frazione con 300 abitanti, a valle le abitazioni di Muraglione e la Strada provinciale 486R: la trafficata fondovalle Secchia che unisce la montagna alla zona ceramiche. Qui il governatore Michele de Pascale ieri ha svolto un sopralluogo annunciando l’inizio a luglio di importanti interventi strutturali. Il primo stralcio prevede opere per 2,5 milioni, cui si sommano altri due stralci pagati con fondi Fesr (2 milioni), e fondi stanziati dal commissario Figliuolo con le ordinanze 8/2023 (2,5 milioni ) e 33/2024 (1,8 milioni).

"Dopo la rimozione di 500mila metri cubi di terra - dice il Governatore - è stata messa a punto una strategia di controllo per ridurrne la pericolosità. Fondamentale la collaborazione con l’Unimore e l’Ispra".

Con de Pascale, a fare il punto della situazione la sottosegretaria Rontini; l’assessore regionale all’Agricoltura Alessio Mammi; Giorgio Zanni, presidente della Provincia; i sindaci Spezzani (Baiso), Corti (Viano), Ruggi (Carpineti) e Nasciuti (Scandiano, delegato Provincia alla Protezione civile); Lorenzo Catellani della Bonifica dell’Emilia Centrale, rappresentanti di Protezione civile, Cri e Genio Civile. Nel gruppo anche Francesco, titolare dell’impresa Parenti, che nel 2023 con ruspe, 15 autocarri e quattro dumper spostò il mezzo milione di metri cubi, pari a mille viaggi al giorno frana-Secchia.

Ad accogliere il gruppo nel giardino di casa le famiglie Rivi e Caselli, sette persone, proprio sotto il "mostro": "Quando costruimmo, la terra era solida. Ora ci conviviamo, è il terreno dei nostri genitori e ci abbiamo messo tutti i nostri sacrifici: si fa fatica a pensare di abbandonarla - spiegano gli anziani Luciana e Vittorio - Nel 2023 mettemmo i sacchi di sabbia e ci accampammo in cortile, pronti a scappare… La paura era che partisse il fronte. Se ci pagassero per spostarci? Sarebbe l’ultima spiaggia".

Spiega il geologo Alessandro Corsini, docente Unimore: "Per masse enormi servono opere enormi e non convenzionali. Abbiamo dovuto ragionare fuori dagli schemi. In passato c’erano colate, poi nel 2002 è collassata una parte del versante. Le opere di contenimento realizzate nel 2011 già nel 2016 erano in crisi. La parte alta, la "piana", è il motore che crea onde di pressione e materiale. Nel 2023 il blocco di roccia è collassato e fatto scendere terra satura di acqua. Ora costruiremo a monte sistemi di drenaggio profondo, e degli schermi-rallentatori nell’imbuto poco profondo a metà frana".

Nicola De Simone e Federica Pellegrini della Protezione civile aggiungono: "Abbiamo cercato di progettare un’opera resiliente di drenaggio e sostegno, con diverse soluzioni perché il terreno è molto eterogeneo e fortemente saturo". Chiosa Spezzani: "Vent’anni fa si sottovalutò il problema, considerando la frana ferma. Per questo oltre agli stanziamenti straordinari, è necessario avere risorse sulla manutenzione ordinaria. L’ottima notizia che ci ha dato il Presidente è che passeranno dagli attuali 90mila a 240mila".

Soddisfatto anche Zanni: "La frana di Ca’ Lita necessita di risorse e sostegno tecnico, che oggi ci sono stati assicurati. Gli investimenti della Provincia sul dissesto idrogeologico sono molti, e chiediamo alla Regione di mantenerli anche nei prossimi anni. Quando mi sono insediato, nel reggiano avevamo censito più di 100 frane. Grazie all’impegno economico di Regione, Stato e anche nostro, sono scese a 81. Su 4 movimenti franosi stiamo investendo 11 milioni, più 1 milione di risorse del Commissario, e gestendo gli appalti". Aggiunge Mammi: "Oggi siamo a Ca’ Lita, ma dobbiamo mettere in sicurezza tutto il territorio, anche con opere che servano a trattenere l’acqua, a invasarla e a gestirla nel migliore dei modi in caso di siccità perché gli effetti del riscaldamento globale sono evidenti. Come Regione stiamo stanziando 20 milioni a favore delle aziende agricole per costruire invasi aziendali in collina. E naturalmente si sta lavorando anche per grandi invasi come quello in Val d’Enza".