Cacciati dopo il coming-out. Ora hanno una casa

Già quattro persone in lista per entrare nella nuova ’Casa Arcobaleno’, che aiuterà le vittime di omo-lesbo-bi-transfobia

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di Lara Maria Ferrari

Novità nei diritti in una città che dei diritti ha fatto la propria bandiera. Il 20 novembre aprirà la prima Casa Arcobaleno di Reggio, pronta ad accogliere persone vittime di omo-bi-transfobia. Intitolata a Pier Vittorio Tondelli, potrà ospitare fino a 4 persone.

"Penso sia un’ulteriore pagina che questa città scrive in materia di diritti civili", commenta il sindaco Luca Vecchi. Spazio sicuro e protetto realizzato da Arcigay Gioconda in collaborazione con il Comune e Acer, la casa rifugio accoglie persone Lgbti+ in fuga da situazioni familiari, lavorative, sociali di rifiuto o violenza. Un progetto ambizioso che giunge a compimento dopo tre anni di lavoro. Sono diverse infatti le persone in lista d’attesa che attendono di accedere al servizio e che saranno contattate dallo staff di volontari, che seguirà i casi nel loro reinserimento sociale.

In particolare, durante il lockdown sono stati tantissimi gli sos giunti ad Arcigay da persone che nelle proprie abitazioni, in famiglia, sono state vittime di vessazioni o intimidazioni in quanto gay, lesbiche o trans. "La struttura potrà ospitare due persone in accoglienza emergenziale e due a medio termine, con una durata di 6 mesi circa, prorogabili per altri 3 – spiega Alberto Nicolini, presidente Arcigay, appena delegato alla sezione nazionale LGBTQ Migranti – e si trova nel quartiere Gardenia, nelle vicinanze di Arcigay Gioconda".

Gli ospiti troveranno una risposta ai bisogni primari, ma anche supporto legale e psicologico e accompagnamento alla rete di servizi della città, sia pubblici che con enti come la Camera del Lavoro di Reggio, fin dall’inizio partner di progetto.

Completamente gestita da volontari di Arcigay Reggio, la casa risponde sia a richieste immediate che però possono essere gestite con passaggi di accompagnamento e mediazione con la famiglia d’origine, sia a esigenze di ricostruzione di un’autonomia laddove un rientro non sia possibile. Per accedervi sarà necessario contattare Arcigay, dopodiché sono previsti colloqui per verificare che il servizio sia compatibile con le domande. Le persone firmeranno poi un accordo che delineerà il percorso da seguire e le regole di adesione.

"È sì un progetto di diritti civili, ma anche di politiche abitative perché fornisce alloggi ponte in forma di prima e seconda accoglienza a chi esce da situazioni famigliari critiche – dichiara Lanfranco De Franco, assessore alla Casa - Siamo fra i primi in Italia a fare questo tipo di scelta". "Questo appartamento accoglie chi fa un coming out complesso in un momento di emergenza abitativa. Noi crediamo sia un diritto fondamentale della persona – aggiunge Annalisa Rabitti, assessora Pari Opportunità - Politicamente non è un atto scontato e adesso non lo è ancor di più. Soprattutto nei confronti delle persone in transizione, perché il loro è un percorso più doloroso".

A Reggio nel 2021 una ventina di persone vittime di discriminazione per il proprio orientamento sessuale o identità di genere si sono rivolte ad Arcigay, ma molti casi non vengono denunciati: persone senza rete di protezione, come gli adolescenti cacciati di casa dopo aver fatto coming out. Per festeggiare l’apertura della Casa Arcobaleno, domenica 20 novembre, ‘Transgender day of remembrance’, si terrà ’Un tè per la Casa Arcobaleno’ nella sede di Arcigay Gioconda, alle 17, durante il quale saranno presentate scene tratte dallo spettacolo interattivo ‘L’Arcobaleno Oppresso’ sulle problematiche familiari e sociali che talvolta portano a una fuga e quindi all’esigenza di un rifugio. È possibile partecipare con una donazione di 10 euro. Tutto il ricavato sarà devoluto alla Casa, che non ha finanziamenti governativi.