Caffè Arti e Mestieri lascia Reggio Emilia: "Non riapriamo, troppe batoste"

Il raffinato locale di via Emilia San Pietro alza bandiera bianca: "Il Covid ha accelerato la decisione, ma avevamo già pensato di prenderci una pausa e ripartire altrove, forse fuori regione"

Fulvia Salvarani, responsabile di sala

Fulvia Salvarani, responsabile di sala

Reggio Emilia, 1 febbraio 2021 - Una filastrocca d’addio. E’ così che Fulvia Salvarani, Gianni e Federico d’Amato lasciano Reggio Emilia, con un sorriso amaro. "E probabilmente anche l’Emilia-Romagna, ma non vogliamo ancora anticipare nulla". La notizia, ferale per gli amanti dell’enogastronomia, arriva nel tedio di un pomeriggio piovoso, a poche ore dal via libera per la riapertura diurna dei ristoranti, con l’entrata in zona gialla. Ecco il testo: Non parleremo degli otto anni di Caffè Arti e Mestieri, Non parleremo della pandemia, Non parleremo delle difficoltà, Non parleremo del ritrovarsi a fare il delivery, Non parleremo dello Stato, Non parleremo nemmeno di terremoto e di Rigoletto, Non parleremo della chiusura, Non parleremo delle nostre emozioni, Non parleremo della resilienza, Non parleremo del nostro amore per la cucina, Ma vi ringraziamo, tutti, per il sostegno che ci avete dato. La nostra cucina non muore, rinascerà sicuramente in altri luoghi Salvarani non è una donna abituata a lamentarsi. E anche quando le chiediamo cosa li abbia spinti a questa decisione, lei è prudente: "Abbiamo scelto di dirlo con una filastrocca proprio per sdrammatizzare. Il Covid? Sì, ha accelerato. Ma avevamo già in mente di prenderci una pausa". I motivi concreti rimangono un segreto di famiglia, "e se abbiamo qualcosa da dire per cui lamentarci, lo faremmo con chi governa la città senza polemiche sulla stampa". Certo, ammette, gestire un ristorante di alto livello non è mai facile, "e in questi otto anni ne abbiamo viste parecchie, dopo la batosta del terremoto che ci ha costretti a chiudere il Rigoletto a Reggiolo". Un crollo che, sotto le macerie, ha seppellito anche due stelle Michelin, mai più tornate alla luce. "Eppure i piatti erano gli stessi – commenta togliendosi un sassolino dalla scarpa – ma ormai non ci pensiamo più". Una chiusura improvvisa, ancor più simbolica dato che avviene a poche ore dalla riapertura parziale dei locali. "Sì, ma noi di fatto siamo chiusi da ottobre essendo un locale prevalentemente serale – ragiona Fulvia Salvarani – Certo, ci eravamo anche noi impegnati col delivery, ma non aveva senso. Siamo molto dispiaciuti soprattutto per i nostri clienti, che ci sono molto affezionati. Per ora torniamo a casa a Poviglio, dove abbiamo tutti i miei parenti. E poi si vedrà". Una vera e propria scelta di vita, che chiaramente è stata condizionata da quest’ultimo difficile periodo, ma che sembra aver a che fare anche con le difficoltà di una città bella ma poco turistica, con un centro in espansione ma schiacciato da affitti commerciali pesanti ("Sono i prezzi di Reggio, purtroppo – chiosa a margine – ma anche loro adesso li stanno abbassando..."). Un colpo al cuore della via Emilia, che lascerà senza lavoro sei dipendenti, oltre ai due coniugi proprietari.