Calci, pugni e una sassaiola Aggressione squadrista dei bulli

Quattro minori della Val d’Enza hanno preso di mira un loro coetaneo, che ha denunciato tutto. I carabinieri ha rintracciato i responsabili, che hanno ammesso di aver preso parte al raid

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di Chiara Pozzati

Di nuovo bullismo. Di nuovo in Val D’Enza. Questa volta ad essere vittima di un pestaggio in piena regola è un quattordicenne aggredito da quattro adolescenti, poco più che coetanei. Inseguito, accerchiato e preso a calci e pugni. Una scena selvaggia lontana dagli occhi dei passanti e culminata con un lancio di pietre che hanno colpito alla testa il ragazzino. Solo a quel punto gli aggressori sono svaniti nel nulla, lasciandolo a terra tramortito.

Finale: quattro ragazzi (tutti tra i 14 e i 15 anni) sono stati inchiodati dai carabinieri della stazione di Sant’Ilario d’Enza. Dieci giorni di prognosi, invece per la malcapitata preda dei teppisti. Bulli che, segnalati alla Procura dei minori di Bologna, dovranno rispondere di concorso in lesioni personali aggravate. Tutti studenti, tutti ragazzini del Reggiano, figli di famiglie normali.

L’ennesimo episodio di violenza e prevaricazione che getta un fascio di luce cruda sul mondo giovanile traviato. I fatti risalgono alla sera del 19 settembre, il 14enne stava camminando per strada, solo. Improvvisamente sono spuntati gli altri quattro e l’hanno circondato. Poi hanno preso a colpirlo con una raffica di calci e pugni. Una spedizione apparentemente senza motivo e vigliacca, visto che l’hanno aggredito alle spalle. L’escalation di violenza è culminata con il lancio di una pietra che ha fatto rovinare a terra il ragazzino. Solo a questo punto la gang dei bulli ha fatto retromarcia e si è data alla fuga. L’hanno lasciato sull’asfalto tramortito e confuso.

Il 14enne però è tornato a casa e ha raccontato tutto alla madre. La donna non si è persa d’animo e ha accompagnato il figlio all’ospedale. L’adolescente se l’è cavata con una prognosi di 10 giorni, per un trauma cranico fortunatamente lieve.

Nel frattempo sono scattate le indagini dei carabinieri che, in poche settimane, hanno individuato i quattro bulli. Anche in caserma nessuna scusa accampata per tentare di giustificarsi, solo occhi bassi e silenzio. Intanto si riaccende il tema del bullismo, un fenomeno purtroppo sempre più diffuso. Dai banchi delle elementari fino alle aule del liceo è un susseguirsi ininterrotto di prepotenze, umiliazioni. Più o meno violente, più o meno percepite dalle stesse vittime. Certo è che sono tanti i ragazzini che subiscono vessazioni da compagni di classe o coetanei che incontrano nei posti che frequentano. Ma cosa s’intende esattamente con prepotenze? Nell’ ordine: offese, insulti, maldicenze, piccoli furti, aggressioni fisiche, minacce e il molto meno allarmante "non rivolgere più la parola". Ecco perché rimane fondamentale l’appello alla denuncia lanciato da forze dell’ordine e istituzioni: "Solo insieme si può fermare i bulli".