ANTONIO LECCI
Cronaca

Campagnola, morti del cavòn. Aristide Ganassi torna a casa: "Potrà riposare con i suoi figli"

Il medico, vittima di una rappresaglia dei partigiani nel ’45, è stato identificato grazie al test del Dna. Sarà seppellito a Baiso, nella tomba di famiglia: "Ma senza la verità su quei giorni, il cerchio non si chiude".

Il medico, vittima di una rappresaglia dei partigiani nel ’45, è stato identificato grazie al test del Dna. Sarà seppellito a Baiso, nella tomba di famiglia: "Ma senza la verità su quei giorni, il cerchio non si chiude".

Il medico, vittima di una rappresaglia dei partigiani nel ’45, è stato identificato grazie al test del Dna. Sarà seppellito a Baiso, nella tomba di famiglia: "Ma senza la verità su quei giorni, il cerchio non si chiude".

di Antonio LecciTorna a casa ciò che resta del corpo di Aristide Ganassi. La riconsegna alla famiglia accade esattamente 80 anni dopo la tragica scomparsa del medico, all’epoca responsabile dell’ospedale di Castelnovo Sotto, ucciso dai partigiani pochi giorni dopo la fine della seconda guerra mondiale, nell’aprile del 1945.

Ieri mattina, al cimitero di Campagnola, i carabinieri del nucleo operativo di Reggio hanno consegnato la parte del teschio del dottor Ganassi, trasportata in una cassetta analizzata nei laboratori dei Ris di Parma, dove le tecnologie più moderne hanno permesso di identificare i resti con assoluta certezza, grazie alla comparazione del Dna.

A ricevere i resti sono stati i nipoti, Barbara Ganassi e Marco Caseli, dopo che un operatore del cimitero li ha recuperati dalla cassetta da tempo tumulata a Campagnola e trasferiti a Parma per gli accertamenti, con resti pure di altre persone uccise in quelle drammatiche circostanze dell’immediato dopoguerra. Presenti anche i carabinieri di Campagnola e un funzionario comunale per le pratiche burocratiche.

I resti, all’interno della cappellina che ricorda le vittime di quel massacro post bellico, sono stati spostati in una cassetta in metallo, che è stata subito trasportata al cimitero di Baiso, per la tumulazione nella tomba di famiglia situata nel paese appenninico. Soddisfazione da parte dei nipoti, che finalmente possono portare i resti del nonno nella sua tomba. I suoi figli non hanno mai potuto vivere questo momento di riconsegna dei resti: Ferruccio è deceduto nel 2020, la sorella Paola poco più di due mesi fa.

"Vogliamo pensare che ora siano tutti insieme, padre e figli, nell’aldilà, finalmente a spiegare quella verità che ancora noi parenti non conosciamo" dicono i parenti. Ed è questa la loro delusione maggiore: non aver ancora certezze sul come e il perché di quel tremendo gesto. Nonostante siano trascorsi ben ottant’anni. "Questo momento è importante, perché possiamo finalmente mettere alcuni dei resti del nonno nella sua tomba. Ma il cerchio non si chiude. Non lo sarà fino a quando non sarà chiarita la totale verità".