Campi della Canalina non a norma I lavori non partono, l’ira dei genitori

Da due anni gli spettatori non possono entrare e guardare le partite dei ragazzi della Reggio Calcio. Mamme e papà spesso costretti a stare in mezzo alla strada. E la società, senza aiuti, rischia di sparire

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di Daniele Petrone

Problemi di sicurezza, diverse situazioni non a norma e famiglie sul piede di guerra. I campi della Reggio Calcio rischiano di non vedere l’attesa e promessa – da anni, da parte del Comune – riqualificazione almeno fino a fine anno. È un altro dei tanti nodi che stanno venendo al pettine dell’impiantistica sportiva cittadina. L’area di via della Canalina è attanagliata da diverse problematiche.

Il complesso sportivo non è a norma da un paio d’anni per alcune situazioni di criticità. L’impianto è vetusto e non rispetta alcuni standard di sicurezza (che nel frattempo, complice anche la pandemia, sono diventati ancora più stringenti); ad esempio, non c’è un’entrata e un’uscita separata per atleti e spettatori. Ci sono inoltre problemi relativi ai cancelli sparsi lungo il perimetro del plesso. Così come non ci sono bagni idonei per il pubblico (la società nell’ultimo biennio ha ovviato come ha potuto, a sue spese, alla collocazione di bagni chimici). Di conseguenza, le autorità competenti (tra cui i vigili del fuoco) non hanno concesso l’ok affinché i genitori dei ragazzi potessero vedere le partite. Insomme, porte e ’spalti‘ (anche questi andrebbero rifatti) chiusi. E questo ha comportato una serie di situazioni che sono diventate pericolose; infatti, durante le partite, papà, mamme e accompagnatori sono costretti, per vedere i propri figlioletti giocare, ad assieparsi lungo via Dimitrov, dove il marciapiede è un fazzoletto di strada. Decine e decine di persone dunque, spesso alla domenica, si accalcano sulla strada di medio scorrimento nel quartiere residenziale. Insomma, non proprio la situazione più tranquilla del mondo.

Queste carenze erano state sottolineate anche due anni fa, a livello più generale sulla condizione degli impianti reggiani, scaturendo una spinosa polemica tra parte della Fondazione (che poi si spaccò) e il Comune stesso. A sollevare le critiche fu l’ex direttore della Fondazione per lo Sport del Comune, Domenico Savino, pungolando il municipio ad intervenire fortemente per migliorare le strutture sportive di sua proprietà. Da qui nacque uno scontro interno pesante. C’è chi lo accusava di essere troppo rigido, ma quando c’è di mezzo la sicurezza di impianti frequentati perlopiù da ragazzi giovani, la rigorosità non è mai troppo di fronte al rischio di responsabilità. Ora però Savino è andato in pensione (da gennaio scorso). Ma in questi sette-otto mesi, lo scenario dei campi della Reggio Calcio è rimasto sempre lo stesso.

Pochi giorni fa si è tenuto un incontro tra i tecnici dell’assessorato allo Sport (retto da Raffaella Curioni) e i vertici della società per tentare di avviare i lavori. Ma si è comunque in ritardo. Il settore giovanile comincia la stagione a metà agosto coi primi allenamenti e a settembre arriva il carico della scuola calcio per un totale di oltre 500 tesserati. I genitori guardano alla finestra con preoccupazione, non proprio del tutto sereni di mandare i propri figli in una struttura che presenta problematiche non indifferenti.

Così come la società che finora ha fatto tanti sforzi per andare avanti e garantire lo sport ai ragazzi, anche come impegno e importantissima funzione sociale. Da ormai quasi tre anni – dopo lo stop per le inidoneità – la Reggio Calcio non ha grossi introiti (e le rette delle famiglie non possono bastare) non potendo organizzare eventi in un impianto che non ammette la presenza di pubblico (tra tutti lo storico torneo d’aprile con le giovanili di club professionistici tra cui anche l’Inter, società del quale la Reggio Calcio è affiliata-satellite). Così come non può affittare il campo di sera perché l’illuminazione non funziona. Insomma, la Reggio Calcio – una delle società giovanili più storiche e importanti della città – potrebbe rischiare anche di sparire se non riceverà gli aiuti necessari.