Reggio Emilia, "Cantine come alberghi e bivacchi. Da mesi chiediamo di smantellarle"

Le foto di una residente di via Paradisi: "Dovrebbero vergognarsi"

Nelle foto scattate martedì la situazione in cui si trovano le cantine dei civici 8 e 10  di via Paradisi, in zona stazione

Nelle foto scattate martedì la situazione in cui si trovano le cantine dei civici 8 e 10 di via Paradisi, in zona stazione

Reggio Emilia, 13 dicembre 2018 - Il reportage non avrebbe bisogno di commenti. È datato martedì 11 dicembre 2018: le foto sono state scattate due giorni fa da una residente di via Paradisi, che vive a una manciata di passi dal civico 33 di via Turri in cui è avvenuto il rogo.

Cantine utilizzate come albergo da sconosciuti che vanno e vengono dagli scantinati della zona stazione, forse con la compiacenza di qualcuno che apre loro la porta. Fornelletti a gas, carta igienica mischiata ad alimenti, materassi matrimoniali, bottiglie di vetro.

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Tracce delle vite che passano le notti nei meandri di quelle strade, per poi scomparire durante il giorno. La donna – che preferisce rimanere anonima per ragioni di sicurezza – racconta di aver portato le fotografie alla polizia municipale il giorno stesso.

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«Via Paradisi: cantina adibita a camera da letto con fornellino ben in vista, materassi dove tutte le notti da due mesi dormono persone; nonostante le richieste effettuate per smantellare tutto questo stamattina nella sede dei vigili in via Turri mi sono sentita rispondere che dobbiamo mandarli via noi e buttare le cose nell’immondizia.... »

La denuncia è pesantissima. «Poi parliamo di disgrazie... – prosegue lei su una bacheca di Facebook – . Diciamo la verità le istituzioni, i vigili e altre forze dell’ordine non si interessano a queste segnalazioni. Disgrazie annunciate è la parola giusta, mi vergogno di essere una cittadina reggiana, non è possibile assistere a tanto menefreghismo e abbandono della zona stazione, sono tutti bravi a parlare di ghetto soprattutto le persone che lo hanno voluto rendere tale. Vergognatevi a nome di quelle povere vite che non avevano nessuna colpa!»

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Le immagini si riferiscono ai civici 8 e 10 di via Paradisi. Proprio sotto all’appartamento in cui la donna vive da decenni. «C’è paura a passare dalle cantine – chiosa lei –. Abbiamo cambiato tutte le serrature, evidentemente qualcuno gli apre o gli dà la chiave. Abbiamo messo addirittura una porta blindata davanti alle cantine. Ma comunque lì ci dormono tre persone ogni notte».

Reti, vestiti appesi, cibarie. È tutto evidente. «Usano i contatori elettrici come dispensa per mettere le bevande. Dietro la porta della cantina c’è anche una sbarra di ferro... Per la loro sicurezza... », sorride lei amara.

«Ormai sono due mesi che aspettiamo qualche santo che liberi queste cantine. Speriamo di non andare a fuoco anche noi... Che brutta realtà