Reggio Emilia, minacce con la carabina a Toano. Lui nega: "Non ho spaccato nulla"

Ieri la direttissima, il giudice convalida l’arresto con obbligo di firma. "Avevo scordato il portafogli nel locale ed ero andato a riprenderlo"

Reggio Emilia, 24 ottobre 2022 - Lui, Maicol Benassi, 30 anni, incensurato, al momento disoccupato, ha negato di essere il protagonista della notte di follia a Cavola di Toano, paese dove risiede.

Comparso ieri mattina davanti al giudice Michela Caputo per l’udienza di convalida dell’arresto, il giovane ha fornito la propria versione dei fatti negando ogni addebito.

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Nonostante diverse testimonianze lo abbiano indicato come responsabile, e nonostante alcuni filmati sembrino riprenderlo mentre rompe il parabrezza della Jaguar e mentre imbraccia un’arma verso altri, lui ieri mattina ha respinto tutto.

Per lui sono state formulate due ipotesi di reato: danneggiamento e minacce aggravate dall’uso dell’arma. Questo è , in sintesi, il suo racconto dei fatti. "Sono uscito dalla discoteca a fine serata, verso le 6. Ma non trovavo più il mio portafogli, così sono tornato nel locale. La porta principale era chiusa, così sono entrato da una porta laterale. Il portafogli mi è stato restituito, ma dentro non c’erano i soldi".

La Jaguar sfasciata
La Jaguar sfasciata

A quel punto la situazione si sarebbe surriscaldata. "Mi hanno buttato fuori dalla discoteca e mi hanno fatto cadere persino a terra - sostiene lui -. Io mi sono chiuso in macchina, poi sono uscite alcune persone, credo addetti alla sicurezza, che mi hanno inseguito. Così io, al volante dell’auto, sono andato a casa".

Il giovane ha respinto gli addebiti. "Non ho spaccato nulla", ha detto a proposito dei colpi alla Jaguar. Sulla carabina trovata in macchina dai carabinieri - per la quale non è richiesto il porto d’armi - ha negato di averla imbracciata davanti agli altri: "Non l’ho puntata contro nessuno. La uso ogni tanto per il tiro a segno".

Il pm Isabella Chiesi ha fatto riferimento a testimonianze e video che lo incastrerebbero alle sue responsabilità: ha chiesto la convalida dell’arresto e, in attesa del processo, l’obbligo di firma due volte alla settimana. L’avvocato difensore Rita Gilioli si è opposta, sostenendo la mancanza di gravi indizi di colpevolezza.

Il giudice ha ripercorso i due episodi-clou della nottata, a cui è seguita la fuga con una Fiat Punto fino a casa, dove poi è stato rintracciato dai carabinieri. Ha ravvisato la "gravità dei fatti" e "gravi indizi di colpevolezza" sia per i racconti di numerosi testimoni, sia per "l’atteggiamento oppositivo" tenuto dal giovane. La condotta e la fuga in macchina ad alta velocità fanno ritenere, secondo il giudice, che lui abbia "scarso autocontrollo" e che vi sia il rischio di reiterazione del reato.

Da qui ha convalidato l’arresto e disposto la misura cautelare chiesta dal pm. L’avvocato Gilioli ha chiesto un termine a difesa: "Dovrò verificare l’impianto accusatorio. Non ho ancora avuto pos sibilità di leggere i verbali delle testimonianze e neppure di vedere i filmati in possesso della Procura. Noi abbiamo un video, girato da un conoscente del mio assistito, in cui si vede in effetti che lui va verso l’auto - conclude l’avvocato - mentre viene inseguito da alcune persone". La prosecuzione della direttissima è stata fissata in novembre.