
Il report sul 2024: gli accessi sono stati 808, il 23,2% di origine non straniera. Aumenta la distribuzione dei pasti
La povertà non è più evento marginale, ma condizione strutturale. È quanto emerso dal Report Povertà 2024 "Pellegrini di speranza" della Caritas di Reggio Emilia-Guastalla, presentato ieri sera in un incontro pubblico alla Polveriera. Relatori del report: il direttore della Caritas Diocesana, Andrea Gollini e la referente dell’Osservatorio Diocesano delle Povertà Caritas, Maria Chiara Bortolotti. Lo studio, a cura dall’Osservatorio Povertà della Caritas diocesana di Reggio Emilia – Guastalla, è stato condotto da Maria Chiara Bortolotti, Chiara Franco, Andrea Gollini. Il report 2024 documenta e interpreta la realtà della povertà nella Diocesi di Reggio Emilia-Guastalla, mettendo soprattutto in evidenza il fatto che non si tratta più di una situazione di emergenza ma ormai strutturale, che necessita di risposte mirate e adeguate da parte delle istituzioni e dell’intera comunità.
"L’azione della Caritas diocesana si muove oggi su due fronti principali. – Ha spiegato Andrea Gollini. - Da un lato, i servizi diocesani si concentrano sulle situazioni di grave esclusione abitativa, incontrando prevalentemente persone senza dimora, con percorsi lunghi e caratterizzati da una povertà multidimensionale. Dall’altro lato, i Centri d’Ascolto parrocchiali intercettano un’altra forma di povertà, più diffusa e spesso meno visibile: famiglie residenti, con casa e, in molti casi, con qualche fonte di reddito, ma esposte a carenza di reddito, precarietà lavorativa e abitativa, isolamento e fragilità relazionali. Questa doppia prospettiva ha guidato la lettura dei dati e delle esperienze raccolte, grazie anche all’ampliamento dell’uso della piattaforma OspoWeb a livello parrocchiale".
Le persone incontrate nel 2024 dai servizi Caritas diocesani sono state 808, di cui 227 mai conosciute prima. Sensibile l’aumento dei pasti distribuiti nelle mense diffuse: 101.964, con un aumento di circa 8mila pasti rispetto al 2023. Lo studio ha dimostrato poi che il 63,5% delle persone vive una condizione di grave esclusione abitativa, in aumento rispetto al 59,53% del 2023. Il 74,4% delle persone incontrate nel 2024 era già conosciuto dalla Caritas reggiana prima del 2024, dato in aumento rispetto al 69,6% del 2023, segnale di una preoccupante cronicizzazione delle situazioni di povertà. Un altro dato preoccupante è che gli italiani rappresentano il 23,1% delle persone incontrate, mentre il resto è rappresentato da cittadini stranieri. Si conferma la prevalenza maschile (dal’82,13% del 2023 all’83,79%), ma cresce la presenza di donne con elevata fragilità e maggiore carico assistenziale. Netta la differenza nella composizione per età della grave esclusione abitativa: per gli stranieri si tratta in prevalenza di uomini in età lavorativa, invece per gli italiani le situazioni di disagio aumentano con l’aumentare dell’età.
Il report porta dunque alla luce una povertà cronica e un’estrema fragilità, con storie spesso segnate da lunga durata, isolamento, malattia e difficoltà legate al percorso migratorio. Emerge poi che sono soprattutto le donne a farsi carico della domanda di aiuto per nuclei complessi, dove la presenza di figli, precarietà abitativa e fragilità lavorative si intrecciano. "Non si tratta solo di numeri – ha concluso Andrea Gollini – ma di volti, nomi, storie. Il report propone una visione integrata della povertà, che tiene insieme dati e narrazioni, pratiche e analisi, urgenze e possibilità. Il lavoro di Caritas si conferma come laboratorio di prossimità, in cui l’ascolto non è solo metodo, ma scelta etica e politica. Le testimonianze raccontano una Caritas in movimento, impegnata in un pellegrinaggio condiviso con chi vive l’esperienza della povertà. Pellegrini, appunto. Ma pellegrini di speranza".