Caro bollette, viaggio nei bar di Reggio Emilia: "Ho dovuto licenziare i miei due figli"

Viaggio nei bar della città: "Peggio del Covid, così non so quanto potremo andare avanti. Non si può far pagare una colazione 4 euro"

Chiara Ambra (Ti Amo Caffè)

Chiara Ambra (Ti Amo Caffè)

Reggio Emilia, 8 ottobre 2022 - Questa volta i bar temono di perdere la scommessa. "Contro il caro bollette c’è poco da fare – ammettono – la situazione è persino peggio di quando c’era il Covid".

Luce, materie prime, fornitori, distese, affitti e da non dimenticare gli stipendi dei dipendenti da pagare ogni mese. Le spese per la categoria purtroppo sono tante e c’è sempre chi, per necessità, è costretto ad eliminare qualcosa dall’equazione.

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È successo alla titolare di Ti amo caffè in via Pansa, Chiara Ambra . Nel suo bar a gestione familiare, Ambra ha dovuto rinunciare al lavoro dei due unici dipendenti, i figli: "Sono stata onesta con loro e gliel’ho detto chiaramente, non riuscivo a pagargli più lo stipendio. Ho dovuto licenziare i miei figli. Così si sono cercati un altro lavoro. Adesso siamo solo io e mio marito, ma le spese ci sono comunque. Se prima pagavo 600 euro al mese per le utenze, l’ultima bolletta mi è costata 2.500 euro".

Per Attia Assad , titolare del Caffè del Monte, l’ultima bolletta invece è raddoppiata: "La corrente mi è sempre costata 1000 euro, ora ne devo pagare 2.150. Anche il costo dei fornitori è aumentato, a volte anche del 10% su qualsiasi tipologia di prodotto".

Anche per Stefano Gabbi , di Caffè Europa, la bolletta della luce è un tasto dolente: "Per la luce – sottolinea – ora paghiamo il triplo. Speriamo che la situazione rientri al più presto".

Ma a riporre fiducia in un provvidenziale miglioramento c’è anche Stefano Frignani di Opera Caffè , che spiega: "Prima di pronunciarci sul caro energia aspettiamo la prossima bolletta, intanto abbiamo subito gli aumenti dei fornitori e ci auguriamo che i prezzi non continuino a salire". Come Frignani anche Daniela Cattani , di Relive Coffee si lamenta: "Siamo stati fortunati per la tariffa della luce, abbiamo concordato con il nostro gestore un prezzo ragionevole, ma dal primo ottobre siamo stati costretti a pagare ai nostri fornitori tre volte di più il prezzo della pasticceria e non solo, anche la distesa ha raggiunto cifre folli. Ora ci aspettano 4 rate altissime per il dehors".

Il tema dei rincari diffusi assilla i gestori come ci fa notare anche il titolare di Esagono Caffè, Rosario Mauceri : "Ne stavamo parlando un attimo fa insieme ai miei dipendenti, la situazione è insostenibile, i prezzi sono cresciuti tantissimo, quello dei fornitori è raddoppiato e anche la bolletta che ci è arrivata è due volte e mezzo più alta. Questo è peggio della pandemia. Se continua così non ce la faremo".

Tuttavia, nonostante le spese mettano sotto pressione da mesi la categoria, la maggior parte dei locali ancora non se la sente di applicare degli aumenti significativi ai prezzi: "Mi rifiuto di far pagare una colazione quattro euro. Non mi sembra giusto penalizzare la clientela. Tutti affrontano questi costi anche a casa. Quindi per ora aspettiamo" spiega Cattani. E anche nell’ottica di Ambra e Mauceri l’aumento dei costi a discapito della clientela non sembra un’alternativa plausibile, almeno al momento e per diverse ragioni: "Ho aumentato di 50 centesimi solo i primi piatti per il pranzo, ma il caffè e la pasticceria hanno sempre gli stessi prezzi. Non posso aumentarli. Non è giusto – sottolinea Ambra – Poi bisogna mettersi nei panni dei clienti, bar e ristoranti sono un lusso, quindi se nessuno può permetterseli faranno presto a rinunciarvi".

Lo stesso ammette Mauceri: "Gli aumenti non sono la soluzione. Ad ogni rincaro che applico i miei fornitori me ne avranno chiesto uno altrettanto oneroso. Quindi non ci sarebbe mai un guadagno per me. Ed è assurdo pagare in un bar cifre così alte. Non resisteremo a lungo, ma per ora cerchiamo di non pesare sui clienti".