
Roberta Anceschi, presidente di Unindustria Reggio Emilia: «Serve un piano energetico strutturale e di lungo periodo»
Sul sistema imprenditoriale italiano pesa l’ormai insostenibile problematica del caro energia. L’allarme arriva da Roberta Anceschi, presidente di Unindustria Reggio Emilia, che sollecita l’avvio di un piano energetico nazionale per mitigarne l’impatto. "Nel 2024 – sottolinea Anceschi – il prezzo all’ingrosso dell’elettricità in Italia è stato dell’84% più alto rispetto alle altre grandi manifatture europee, con un costo extra per le aziende italiane di sei miliardi".
Il tema, prosegue, "non riguarda solo le aziende energivore, ma tutto il sistema industriale, inclusi settori come quelli meccatronico o plastico più presenti nella nostra provincia". Secondo la numero uno degli industriali reggiani "siamo in presenza di una speculazione finanziaria da parte di alcune società che non sono vigilate. Uno stato di cose rispetto il quale l’Europa non solo deve fare luce, ma anche dotarsi di un mercato unico dell’energia, per ridurre il divario di competitività che le imprese italiane hanno nei confronti degli altri Paesi dell’unione".
Unindustria Reggio Emilia, quindi, "sostiene con forza la richiesta di Confindustria di aprire al più presto un percorso per definire un piano energetico strutturale e di lungo periodo, che includa soluzioni come il disaccoppiamento delle rinnovabili dal marginal price, la cessione di una quota delle rinnovabili al Gse e il gas release per aumentare la produzione nazionale di gas e renderlo disponibile a prezzi ragionevoli". Insomma, "occorrono azioni concrete e coerenti, dove sia chiara una visione del futuro, nell’interesse dell’industria nazionale e della competitività delle nostre aziende", chiude Anceschi.