Sei supplenze annuali, svolte dall’anno scolastico 2019/2020 a oggi, corrispondono a 3 mila euro. Sono quelli della Carta del Docente negata ai precari. Il giudice del lavoro di Reggio Emilia non ha avuto dubbi a farli avere a una insegnante, la quale – a seguito del "ricorso depositato il 10.12.2024" dai legali Anief – ha ottenuto in questo l’intero maltolto con gli interessi. Il Tribunale ha scritto che "la Corte di Giustizia ha valorizzato la circostanza che dalle norme interne emerge il principio secondo cui la formazione dei docenti è obbligatoria, permanente e strutturale".
Sempre dalla sentenza di Reggio Emilia è emerso che il Consiglio di Stato, in riforma della decisione del Tar Lazio, ha affermato che la scelta del Ministero di escludere dal beneficio della Carta Docenti il personale con contratto a tempo determinato presenta profili di irragionevolezza e contrarietà ai principi di non discriminazione e di buon andamento della pubblica amministrazione". Il giudice di Reggio Emilia ha quindi concluso che "i principi giurisprudenziali, sopra richiamati, sono senza dubbio applicabili al caso di specie".
Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, non può che sottolineare come "i parere favorevoli ai precari emessi dal Consiglio di Stato prima, dalla Corte di Giustizia Europea poi e più di recente della Corte di Cassazione hanno messo alle corde la parte della riforma ‘Buona Scuola’, la Legge 107/2015, che introducendo la formazione obbligatoria a scuola ha dimenticato che un quarto degli insegnanti e precario ed ha pieno diritto a soddisfare questo bisogno formativo, alla pari di chi è già stato immesso in ruolo. Largo, dunque, alla Carta del docente da 500 euro l’anno utile all’aggiornamento professionale. In attesa che il legislatore rimedi all’errore, ricordiamo che tutti i supplenti annuali, ma anche brevi e saltuari con contratti continuativi, hanno la facoltà di presentare ricorso gratuito con Anief, così da recuperare fino a 3.500 euro, più gli interessi dovuti. E che devono farlo senza incappare nella prescrizione".