Via Castello 14, Casalgrande Alto. Il vasto piazzale in ghiaia è deserto; il silenzio, che quasi rimbomba, a tratti si interrompe per il fruscio continuo delle frasche agitate dal vento e dallo starnazzare nell’aia delle papere di proprietà della cooperativa agricola Sant’Isidoro. Da qualche giorno è arrivato l’ultimo divieto disposto dal vescovo monsignor Giacomo Morandi nei confronti dei due sacerdoti ‘forestieri’ Claudio Crescimanno e Andrea Maccabiani "di esercitare qualsiasi attività ministeriale, sotto ogni forma". I sacerdoti ‘Lefebvriani’- così si è dichiarata la comunità di don Crescimanno- ,che nel 2021 assieme a diverse famiglie costituirono la cooperativa, dove durante il periodo pandemico, non curanti delle regole anti-covid, avvenivano celebrazioni ‘no-mask’. Oggi, all’indomani del nuovo divieto, questa realtà sembra quasi abbandonata. I cancelli sono chiusi dai lucchetti a catene, non è presente alcun citofono e all’interno della proprietà non si intravede nessuno, solo una macchina nera in sosta. Tutto tace e intercettare qualcuno diventa impossibile. In quegli spazi però il sindaco di Casalgrande, Giuseppe Daviddi, ha riferito la presenza di una scuola parentale, un sistema scolastico esterno a quello nazionale e consentito dallo Stato. Ma su cosa continui ad avvenire esattamente nella cooperativa, nessuno lo sa. Quel cucuzzolo della collina reggiana non è particolarmente frequentato ma ogni tanto si intravede qualche ciclista o camminatore. Una coppia sta camminando a passo veloce lungo via Castello, questa strada la percorrono spesso, di mattina e di pomeriggio. "Non abbiamo mai visto nessuno davanti ai cancelli della cooperativa" dicono frettolosamente. Lo conferma anche un ciclista: "Non passo spesso di qua ma ho sempre pensato che la proprietà fosse abbandonata". Un’immagine completamente diversa da quella del 2021, dove il via vai di macchine rompeva il silenzio collinare, tanto da far preoccupare un nonno che denunciò la futura comunione del nipote in un "posto strano" e non nella propria parrocchia di appartenenza. La partecipazione alle messe abusive di don Claudio Crescimanno, celebrate tra l’altro in latino, non si limitava ad una piccola cerchia di fedeli ma anzi numerose erano le famiglie con i bambini; dove peraltro comparì pure la figura dell’ex assessore all’istruzione delle Lega del Comune di Sassuolo Corrado Ruini. A due anni di distanza gli interrogativi restano ma se la comunità della Cooperativa, guidata da don Crescimanno, non farà un passo indietro la ‘pena’ per il sacerdote, originario della Bassa Modenese, sarà quella di non poter più celebrare e ricevere i sacramenti. Ma al momento don Claudio Crescimanno preferisce tacere sulla sua versione, non escludendo la possibilità di raccontarla nei prossimi giorni.
CronacaCasalgrande Alto non vede più i lefebvriani. Tutto chiuso alla cooperativa ’scomunicata’