Caso affidi: "Anomalie fin da inizio indagini"

Ieri in commissione parlamentare è stato ascoltato il maresciallo capo dei carabinieri Giuseppe Milano, che seguì la vicenda dalle origini

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Le indagini sul caso affidi scoppiato a Bibbiano iniziarono da lui, il maresciallo capo dei Carabinieri Giuseppe Milano, in forza al nucleo investigativo del comando provinciale di Reggio Emilia. Ieri, con il processo ordinario di primo grado in partenza l’8 giugno prossimo, la vicenda “Angeli e Demoni” è riaffiorata in commissione parlamentare di inchiesta, presieduta dalla deputata Laura Cavandoli. "Ci sono ormai alcuni punti fermi sul piano giudiziario, ma le audizioni che abbiamo svolto (in precedenza erano stati ascoltati il pubblico ministero titolare dell’inchiesta Valentina Salvi e il giornalista Rai Luca Ponzi, ndr) ci hanno dato un quadro anche più ampio di disfunzioni, ordinamentali e procedurali, che possono non essere reati ma che evidenziano un quadro preoccupante" così Cavandoli ha motivato la convocazione dell’ufficiale Milano.

L’esponente dell’Arma ha sottolineato che a colpirlo, nelle le analisi svolte sui fascicoli dei numerosi allontanamenti, che provenivano dal territorio reggiano, furono tre le altre cose alcune "anomale cadenze temporali". "Quasi in contemporanea – ha spiegato – si aprivano procedimenti penali in genere relativi a presunti maltrattamenti o abusi subiti dai minori. In prossimità di momenti giudiziali importanti come quello dell’archiviazione o dell’audizione del minore, però, perveniva una nuova relazione con un nuovo dichiarato del bambino". Altro aspetto notato dai carabinieri era che "nelle relazioni degli assistenti comparivano a volta anche decine di righe di virgolettati dei bambini, sebbene non vi fosse alcun audio allegato".

Quello che poi Milano definisce "il dramma dell’indagine" è una questione legata alla "totale alterazione dello stato mnestico ed emotivo dei minori allontanati, che è irreversibile". Il marescallo ha dunque portato l’esempio di una bambina tornata dalla sua famiglia che "ancora oggi afferma di essere stata stuprata dal padre quando una visita ginecologica ne ha attestato l’integrità". Altri squilibri derivano poi da un profilo più normativo della vicenda, per cui "molte famiglie si sono rivolte al Garante dell’Infanzia, ma si è verificata una situazione del cane che si morde la coda, perchè il Garante si rivolgeva agli assistenti sociali, che riproponevano le stesse relazioni oggi oggetto di falso" spiega Milano. Quanto agli abusi riferiti nelle relazioni dei servizi, secondo il marescialli i report avevano "dei connotati medievali, in cui le fonti potevano essere anche le ‘voci di paese’".

Ultimo tema affrontato dal Carabiniere in audizione quello dell’affidamento dei bambini a coppie omosessuali, che la legge preclude salvo casi particolari. Qui cè il rischio che "la strumentalizzazione dell’affidamento sine die rappresenti un modo per eludere questa previsione, con risvolti anche economici perché nell’affidamento i costi per il mantenimento del minore restano a carico del pubblico". Intanto sono 17 (su 22 richieste del Pm) i riviati a giudizio per un totale di 97 capi di imputazioni rispetto ai 100 contestati.