Caso Checchia, scarcerato anche il 22enne che lo ha colpito

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Il Riesame ha disposto la scarcerazione, ieri, anche per il sassolese Daniele Eugenio Vernucci. Il giovane 22enne tornerà presto a casa ma sarà ‘controllato’ dal braccialetto elettronico. I due amici, lo ricordiamo, sono accusati di tentato omicidio dopo aver aggredito con un sasso il coetaneo Giuseppe Checchia. Il 18enne, rimasto in coma per due settimane a seguito del gravissimo trauma cranico, ora è fuori pericolo e sta seguendo il percorso di riabilitazione all’ospedale di Baggiovara. A ricorrere al Riesame il legale che difende i due amici, Roberto Ghini del foro di Modena che ha ribadito come la misura a carico dei due giovani indagati, ovvero il carcere, fosse a suo parere eccessiva. Per il 18enne la settimana scorsa è stata accolta la richiesta di sostituzione della misura cautelare ed ora si trova ai domiciliari appunto. Ieri il riesame ha accolto la richiesta di scarcerazione anche per il 22enne che, quella notte, colpì alla testa con il grosso masso la vittima. L’episodio risale alla notte tra l’8 e il 9 ottobre ed è avvenuto all’esterno del locale Rockville di Castellarano. Da quanto emerso dalle indagini era stato Vernucci a colpire con il masso la vittima. Mentre il 18enne aveva colpito pochi istanti prima Giuseppe con un pugno al volto, facendolo ‘vacillare’. Due posizioni all’apparenza diverse quelle degli indagati ma, secondo il pm, il tentato omicidio, materialmente realizzato dal 22enne era maturato quale sviluppo dell’azione violenta intrapresa da entrambi i ragazzi. Una vera e propria aggressione di gruppo – aveva sottolineato l’accusa – operata dai due indagati spalleggiati da numerosi amici. Gli indagati erano stati condotti in carcere su ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip Dario De Luca su richiesta del pm Pantani. Ora anche il 22enne tornerà a casa ma sarà appunto ‘controllato a distanza’ attraverso il braccialetto elettronico. I due amici nel corso dell’interrogatorio avevano ribadito più volte di non avere alcuna intenzione di uccidere Giuseppe.