Caso Eletti, via alla prima udienza "Sabrina e Marco si sono sentiti"

Ieri il 34enne era presente in aula. I suoi avvocati hanno chiesto il rito speciale e di rivedere le aggravanti. L’accusa sostiene che fosse tutto premeditato. La madre ha deciso di non costituirsi parte civile

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di Alessandra Codeluppi

"Sembrava abbastanza teso, e lo era anche negli ultimi giorni. Come una persona normale, secondo noi lo è, che si trova ad affrontare una vicenda giudiziaria simile. Lui ha voluto essere presente all’udienza".

Così descrivono Marco Eletti (foto in basso), loro assistito, gli avvocati difensori Domenico Noris Bucchi e Luigi Scarcella: per il 34enne, residente a Reggio, ormai da un anno in custodia cautelare in carcere, ieri si è aperta l’udienza preliminare davanti al gup Silvia Guareschi, scaturita dall’inchiesta sui due gravissimi fatti di sangue avvenuti il 24 aprile 2021 nella casa dei suoi genitori, a San Martino.

Secondo la Procura, il giovane avrebbe ucciso il padre 58enne Paolo Eletti, colpendolo ripetutamente alla testa: dall’autopsia sono emerse 19 ferite. Avrebbe anche cercato di eliminare la madre Sabrina Guidetti, 55 anni, stordendola con una massiccia somministrazione di benzodiazepine.

L’inchiesta è condotta dal pm Cristina Piera Giannusa. Nei confronti del padre il giovane è accusato di omicidio pluriaggravato: ovvero averlo commesso nei confronti di un genitore, con sostanze venefiche, per futili motivi e con la premeditazione. Per la madre, è imputato di tentato omicidio, con le stesse quattro aggravanti.

Deve anche rispondere di importazione dall’Olanda e detenzione di una sostanza psicotropa, consegnata a casa sua il 7 dicembre 2020. E, un mese prima, della contraffazione di certificati medici e veterinari: in un caso avrebbe asportato timbro e firma autografa di una dottoressa dal certificato di morte della nonna per apporli su una ricetta in bianco.

Eletti, come hanno ribadito i suoi legali anche in aula, "respinge tutte le accuse".

In aula c’era l’avvocato Claudio Bassi, che tutela la madre Guidetti: ha deciso di non costituirsi parte civile contro il figlio.

La difesa ha sollevato l’insussistenza delle quattro aggravanti: in base all’attuale imputazione, lui non potrebbe chiedere l’abbreviato e rischierebbe l’ergastolo.

Ieri è stato comunque domandato il rito speciale, che permette lo sconto di un terzo di pena in caso di condanna.

Sull’uso delle sostanze venefiche per il padre, gli avvocati hanno rimarcato che, in base all’autopsia, non avrebbero inciso sulla morte. E hanno sostenuto che i futili motivi non siano stati indicati con esattezza.

Dalla ricostruzione investigativa, emerge una lite in famiglia, nel giorno dell’omicidio, sulla vendita della casa di San Martino. Tra i possibili moventi, anche il fatto che Paolo Eletti si sarebbe riconosciuto in una diversa identità di genere.

Il pm Giannusa si è opposta, sostenendo l’esistenza a monte di un piano di morte e affossando l’ipotesi di un delitto d’impeto: ha citato anche una dichiarazione della fidanzata di Eletti. ll gup Guareschi ha respinto le questioni sollevate dalla difesa e anche la richiesta di abbreviato.

Poi si è tenuta la discussione: il pm ha chiesto per Eletti il rinvio a giudizio, mentre i difensori hanno domandato il non luogo a procedere. Il gup si è riservato e ha fissato la prossima udienza per repliche e decisione su eventuali riqualificazioni dei reati, rinvio a giudizio o proscioglimento.

In caso di processo, la difesa potrà reiterare la richiesta di abbreviato, ieri bocciata. E se la corte d’Assise ritenesse insussistenti alcune aggravanti, potrebbe applicare i benefici del rito speciale.

"Al momento la madre non si è costituita parte civile. Non se la sente di andare contro il figlio". Sabrina Guidetti, 55 anni, ieri non era nell’aula del tribunale: per lei parla l’avvocato Claudio Bassi.

La sua assenza racconta tanto: dolore, domande interiori, emozioni troppo forti che possono sopraffare.

Da ormai un anno non vede più suo figlio, il 34enne Marco Eletti: colui che avrebbe cercato, secondo la Procura, di ucciderla. E che avrebbe ammazzato il padre Paolo.

Il giovane avrebbe somministrato alla donna un ingente quantitativo di benzodiazepine, che le avevano provocato gravi problemi a livello neurologico. Le avrebbe legato le mani con fascette e le avrebbe procurato un taglio a un polso. "A oggi lei si è rimessa in salute, ma restano gli strascichi: si è ritrovata con il marito morto e l’unico figlio in carcere".

I contatti con il 34enne non sono mancati: "Lei non è mai andata a trovare il figlio alla Pulce, ma qualche mese fa hanno intrattenuto una corrispondenza scritta".

Quali sono i sentimenti che sembra provare verso Marco? La risposta del legale è sorprendente: "Lei, come madre, prova affetto verso il figlio unico". La casa di San Martino in via Magnanini, dove fu ucciso il marito Paolo, e lei trovata esanime, è ancora sotto sequestro.

"Con la signora siamo andati nell’abitazione più volte, accompagnati dai carabinieri, per ritirare alcune cose. Lei sarebbe disponibile a tornare, anche per evitare che la casa cada in abbandono. Potrebbe anche metterla in vendita".

L’edificio accoglie due appartamenti: in uno risiedevano i coniugi Eletti, nell’altro i suoceri. Tra i possibili moventi del duplice fatto di sangue è indicata anche la vendita della casa: "Ma io – afferma Bassi – non ne sono molto convinto". Finora la donna, che figura come parte offesa, ha mantenuto un profilo di riservatezza sui fatti di quel 24 aprile e anche sulle dinamiche interne alla famiglia. Chiediamo al legale se la donna crede al figlio che si proclama innocente: "Non posso dirvelo".