REDAZIONE REGGIO EMILIA

Caso Max Mara, appello di Uil: "Il clima da stadio non è d’aiuto. Servono tavoli di salvaguardia"

Il coordinatore Rinaldi allarga la visione oltre il campo della contoversia: "Così perde la città. Andiamo oltre gli egocentrismi e lavoriamo alla creazione di un contratto sociale come si deve". .

Il coordinatore Rinaldi allarga la visione oltre il campo della contoversia: "Così perde la città. Andiamo oltre gli egocentrismi e lavoriamo alla creazione di un contratto sociale come si deve". .

Il coordinatore Rinaldi allarga la visione oltre il campo della contoversia: "Così perde la città. Andiamo oltre gli egocentrismi e lavoriamo alla creazione di un contratto sociale come si deve". .

In un clima teso come quello di uno "stadio infuocato", le tensioni tra sindacati e imprese stanno mettendo in difficoltà l’intero tessuto economico reggiano. A lanciare l’allarme è Roberto Rinaldi (foto), coordinatore della Uil di Reggio Emilia, che interviene sul caso del Polo della Moda e della rinuncia da parte di Max Mara. Una decisione che per il sindacato è simbolo di un malessere più ampio: "Sta perdendo la città di Reggio Emilia, sta perdendo il mondo del lavoro".

Il gruppo ha annunciato di non voler investire sul progetto (110milioni di euro le risorse e circa 900 i posti di lavoro operativi al Polo, di cui 300 nuove assunzioni) dopo la protesta sindacale da una parte dei dipendenti di Manifattura San Maurizio, controllata da Max Mara, sostenuta da Cgil. I toni assunti dall’amministrazione circa la questione sindacale durante il consiglio comunale del 23 giugno, quando è stato approvato il progetto, non sono stati decisamente graditi dal presidente Luigi Maramotti, che ha tirato i remi in barca in un inaspettato colpo di scena.

Rinaldi non nega le difficoltà del momento, né i contrasti tra le parti, ma auspica un cambio di passo: "Ci auguriamo che ad un primo tempo fatto di legittime rivendicazioni sindacali e di risentimenti imprenditoriali, ne segua un altro in cui si mettano da parte gli egocentrismi e si lavori assieme per trovare soluzioni". Secondo il sindacalista, serve rilanciare un vero contratto sociale sul territorio, ispirato al Patto per il lavoro regionale, "fino ad oggi mai sperimentato a Reggio Emilia". In particolare, nel caso Max Mara, la Uil chiede l’attivazione dei tavoli di salvaguardia, come luoghi di confronto reale: "Lo abbiamo ribadito più volte alle parti datoriali e alla politica, ma tutti hanno fatto orecchio da mercante".

Lasciando intendere che la versione ufficiale della crisi potrebbe non essere completa ("Prima o poi scopriremo le vere motivazioni della marcia indietro del gruppo Maramotti"), il coordinatore puntualizza come "nel territorio reggiano, basilari rivendicazioni sindacali possono convivere con gli investimenti". In un momento in cui si chiede ai giovani di dimostrare maturità, conclude, "sarebbe interessante dare loro una speranza, certificando quella degli adulti. La Uil è pronta a fare la sua parte".