Centri sociali e disordini con Salvini in città: caso archiviato per sedici manifestanti

L’episodio è del 2015 quando il leader del Carroccio venne all’Hotel Posta a un incontro

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Erano stati indagati in sedici per i tafferugli fra un gruppo di ‘antagonisti’ e la polizia (tre agenti rimasero feriti, di cui uno per la frattura di una gamba) scoppiati il 25 aprile 2014, in occasione di un comizio del segretario nazionale leghista Matteo Salvini. Il leader del Carroccio era all’hotel Posta per un incontro anti euro, quando i manifestanti sfondarono le transenne predisposte dalla polizia proprio per evitare lo scontro con i sostenitori della Lega.

Nell’aprile 2015 il giudice Antonella Pini Bentivoglio dispose 14 condanne e due rinvii a giudizio. Inoltre revocò per i sedici giovani - 14 di Aq16, uno dei Carc e uno del Tpo di Bologna - l’obbligo di firma. Il pm Maria Rita Pantani aveva chiesto 3 anni e 4 mesi per tutti (solo per uno 3 anni e 10 mesi), ritenendoli responsabili di lesioni volontarie aggravate. Il giudice aveva riqualificato in lesioni colpose, ritenendo che i ragazzi non avessero la volontà di fare del male, e condannato dodici di loro a 5 mesi e 10 giorni, pena sospesa; uno a 7 mesi e 3 giorni e un altro a 13 giorni, anche questi con la condizionale.

Sia il pm che la difesa, affidata all’avvocato Vainer Burani, hanno impugnato il verdetto. Ieri il giudice Alberto Pederiali, presidente della prima sezione della Corte d’Appello, ha dichiarato estinto il reato per prescrizione.

al.cod.