Reggio Emilia, 23 marzo 2018 - C'è un cavaliere della Regina che deve la vita al coraggio e alla generosità degli abitanti di Cervarolo, angeli salvatori di suo padre. Non ha dimenticato, e sarà per sempre loro riconoscente Sir Nick Young, avvocato inglese che diciotto anni fa ricevette l’onorificenza per i meriti acquisiti nella cura contro il cancro: il titolo di Knight Bachelor, lo stesso conferito a personaggi come Paul McCartney, Elton John, Sean Connery e, più di recente, il tennista Andy Murray, glielo consegnò Elisabetta d’Inghilterra il 12 dicembre 2000 a Buckingham Palace. In alcune occasioni pubbliche è comparso a fianco del principe Carlo.
Nick, 65enne, originario di Bredfield, 160 chilometri da Londra, è stato per 13 anni a capo della Croce Rossa inglese e ha ricoperto incarichi importanti nella vita politica e a vicino al governo britannico. Vita intensa. Ma se ha avuto il privilegio di viverla, il Sir deve ringraziare gli italiani, compresi gli abitanti di Cervarolo e Gazzano che nascosero suo padre Leslie, maggiore dell’esercito inglese in fuga dal campo di prigionia di Fontanellato dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, strappandolo alla furia nazista.
A Cervarolo il maggiore Leslie Young arrivò il 3 ottobre. I soldati tedeschi erano dappertutto, diretti verso Nord. Pericolosissimo ospitare inglesi. Ma nei nostri paesi di montagna lo fecero. «Papà era stanco quando arrivò a Cervarolo - racconta nel suo blog il figlio - dopo dodici miglia a piedi su e giù per valli e montagne. Qualcuno a Cervarolo quella notte gli diede un buon pasto, un letto, gli tagliò i capelli». Il giorno dopo Leslie era a Gazzano: dormì un un fienile con un francese, un russo e un sudafricano. Il viaggio proseguì tra mille rischi fino ad Anzio, dove Leslie si ricongiunse all’Armata britannica nel febbraio 1944 e fu trasferito in Normandia. Il maggiore uscì vivo dal massacro, il sacrificio grazie a cui fu l’Europa fu liberata dal nazismo, e tornò in Inghilterra. Sette anni dopo venne alla luce il figlio Nick.
Ecco perché, due giorni dopo l’anniversario della strage di Cervarolo - la commemorazione si terrà domenica mattina nell’aia dove 24 civili furono uccisi, tra questi il parroco don Giovanni Battista Pigozzi fatto inginocchiare nudo sulla neve perché non aveva voluto rivelare i nomi dei partigiani - toccano nel profondo le storie di quel militare inglese aiutato dai montanari reggiani e del figlio che, nei mesi scorsi, è tornato a Cervarolo, una delle prime tappe verso Sud sulle orme dell’odissea paterna. Un lungo viaggio, quello di Sir Nick Young insieme alla moglie Helen.
E a Cervarolo, Nick ed Helen si sono fermati a meditare. «Abbiamo pregato - scrive Nick nel diario di viaggio - che chiunque fosse stato non abbia pagato con la sua vita, sei mesi più tardi, per aver supportato la causa degli Alleati». Nick Young rievoca quella strage con parole commosse: «Così - racconta dopo aver descritto il percorso, toccando Succiso, Miscoso, Valbona - siamo giunta alla minuscola Cervarolo, grappolo di casette di pietra alla fine di una stradina. Era tutto così immobile e silenzioso, poi l’abbiamo vista, la lapide su un muro con la lista dei 24 uomini di quella minuta comunità, assassinati dagli ‘infami Nazi-fascisti’ il 20 marzo 1944. Il più vecchio aveva 76 anni, il più giovane 17. Nelle vicinanze, una piccola stalla di pietra è stata trasformata in un santuario agli uomini, in un sempiterno augurio di pace ai figli e alle figlie di Cervarolo i cui inermi padri furono macellati».