
Il giallo delle ossa ritrovate a Chiozza (foto Artioli)
Reggio Emilia, 16 aprile 2015 - Il giorno dopo, il pozzo del mistero (FOTO) restituisce nuovi resti ossei che sembrano attribuibili a quelli di un uomo: a un primo esame, si tratterebbe di alcune vertebre e due femori. Si rafforza così l’ipotesi che in fondo al pozzo del podere di via Venere 23, a Chiozza di Scandiano, ci possa essere un cadavere, dopo la prima scoperta al suo interno, avvenuta martedì alle 16, da parte di un muratore, di una calza contenente i resti di un piede e un sandalo. La struttura è stata perlustrata ieri dai sommozzatori dei vigili del fuoco, ma al momento non è stato trovato un corpo intero. I pompieri del Saf (nucleo speleo-alpino-fluviale) si sono calati usando anche una telecamera per esplorare e scandagliare il pozzo, ma alle 17.15 sono stati costretti a interrompere la propria attività per motivi di sicurezza. Alla profondità di circa sette-otto metri, infatti, il pozzo si restringe configurandosi a imbuto, al punto da impedire loro di scendere ancora più in basso.
È sotto la strettoia, dunque, che si potrebbe trovare la conferma all’ipotesi inquietante che gli investigatori - i carabinieri di Reggio e i colleghi di Scandiano, coordinati dal pm Giulia Stignani - ritengono con il passare delle ore sempre più fondata, cioè che nel pozzo ci sia un cadavere (VIDEO). Si è anche pensato per un momento alla pista di un rito satanico. Dal pozzo di Chiozza sono stati ripescati anche altri piccoli residui organici. Si tratta di ossa: alcune appaiono del tutto scarnificate, altre meno. Ciò può essere imputato allo stato di maggiore o minore decomposizione creato dall’acqua.
Inoltre i medici legali e i carabinieri hanno provato a vedere se i resti potevano essere ricomposti, ricostruendo qualche parte del corpo: questi primi tentativi sono andati a vuoto, ma è possibile che le restanti membra siano in fondo al pozzo. Ora i reperti ossei sono nelle mani della Medicina legale di Modena per gli accertamenti sull’effettiva appartenenza a un uomo e sui tempi di permanenza nel pozzo: a un primo esame, sembra che possano essere stati nell’acqua per un periodo assai lungo, ben oltre i due anni. Tutti i resti non sono in condizione tale da permettere di capire se possano portare i segni di traumi. Al momento, non si esclude alcuna ipotesi: da quella violenta, come un uomo gettato nel pozzo dopo un omicidio, fino al suicidio.