"Chiudete i minimarket alle 21". "Non si può"

Dopo la rissa di sabato sera gli abitanti di via Roma chiedono regole più ferree, ma il Comune ha le mani legate su questo argomento

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L’ennesima ferita a via Roma. Inferta a un ‘quadrilatero’ che non trova pace. Il far west di sabato sera davanti a uno dei ‘mille’ mini market di via Roma, in pieno Centro Storico, non è ancora andato via dalla memoria dei residenti.

Cittadini e commercianti, voglia di parlare e raccontare ne hanno davvero poca. Anche lo stesso Comitato dei cittadini di via Roma, dopo aver parlato ‘a caldo’, il giorno dopo riflette. In parte a ‘voce alta’.

A tenere banco, è, in forma discreta ma ferma la ‘moral suasion’ nei confronti delle istituzioni cittadine sull’orario di chiusura di questi esercizi commerciali. Lo avevano già ribadito nell’immediatezza di quanto accaduto nel week end, ma anche in queste ore, a mente più fredda, appunto, il tema di ciò che ‘significano’ questi negozi in quella zona, e soprattutto il target a cui si rivolgono è determinante, dal loro punto di vista, per frenare quello che, con un’espressione forte definiscono "Turismo alcolico".

"Comprendiamo che l’espressione sia di impatto. Tuttavia ha un senso. Se si riuscisse a fare in modo che anche questi mini market abbiano un orario di chiusura stabilito, intorno alle 21, diventerebbero anche loro elementi fondamentali per quello che tutti amano definire, oggi come oggi, commercio di prossimità – argomentano dal Comitato -. Paradossalmente sarebbero più facilitati nell’integrarsi con la comunità in cui inseriti, e sarebbero visti, dai cittadini di quelle zone dove svolgono le loro attività, come una sorta di valore aggiunto e non, invece, come i veicoli per ‘stimolare’ attività che poi, in conseguenza di certe pratiche commerciali, portano il degrado in quelle singole zone".

Una ‘chiamata’ che trova immediato sostegno dal Comitato ‘Ascoltare Santa Croce’ che attraverso un post su Facebook si dichiara favorevole alla chiusura a un’ora prestabilita, per questo tipo di market: "Dopo la rissa di Via Roma, concordiamo e appoggiamo quanto richiesto (dai cittadini di via Roma). Va regolato e monitorato tutto questo proliferare di minimarket etnici. Da noi (ossia nel quartiere di Santa Croce, ndr), nel giro di 100 metri ve ne sono ben tre". "Senza entrare nel merito del business di questi esercizi, è sicuro che non regolamentare almeno l’orario di chiusura, crediamo sia corretto alle 21, aumenta l’impossibilità di un controllo sulla vendita alcolici", concludono da Ascoltare Santa Croce.

C’è tuttavia un problema non di poco conto. il Comune, ha, di fatto, le mani legate. Nessuno da Piazza Prampolini si espone direttamente, ma tutto viene riportato alla lettera della legge. Che è la ‘Legge Bersani’ che ha liberalizzato gli orari del commercio. In pratica, la mano pubblica non può intervenire in ciò che decidono di fare i privati con i loro orari di apertura e chiusura. Il ‘decreto Madia’ del 2016 ha aggiunto che l’adempimento che spetta all’esercente è la Segnalazione Certificata di Inizio Attività (Scia), allo sportello comunale competente (anche in via telematica). La quale ha effetto immediatamente esecutivo. Il Comune, non può mettere parola. Se non per ragioni di ordine pubblico. In quel caso, la palla, come già successo per alcuni esercizi pubblici in via Roma e altrove, passa a Questore e Prefetto.

Nicola Bonafini