Chiusura punti nascita, la protesta in Regione. Venturi: “Mi darete ragione”

Fischi a Venturi ma lui: “Un problema di sicurezza”. Malumore anche nel Pd. Cardinali: “Deluso e amareggiato”

L'assessore Venturi (Foto Dire)

L'assessore Venturi (Foto Dire)

Bologna, 17 ottobre 2017 - Anche il Pd è “deluso e amareggiato” per la decisione della Regione Emilia-Romagna di chiudere i punti nascita a Pavullo, Castelnovo ne’ Monti e Borgo Val di Taro, dopo che anche la commissione nazionale ha respinto la richiesta di deroga formulata da viale Aldo Moro. “Sono deluso e amareggiato per questi passi negativi - afferma in aula il consigliere regionale dem, Alessandro Cardinali - credo che il parere della commissione nazionale abbia tenuto poco in considerazione le difficoltà orografiche” dei territori montani. Come Pd, dunque, “vigileremo attentamente su quanto detto in aula” dall’assessore Sergio Venturi, che ha ricordato i 10 milioni di euro di investimenti previsti sui tre ospedali montani.

“Le parole sono importanti - avverte Cardinali - il territorio deve continuare a dare servizi”. Protesta anche Sinistra italiana. “Nessuno sottovaluta gli investimenti- afferma Yuri Torri- ma è inaccettabile lasciare un territorio senza questo servizio”. Oltretutto, sottolinea l’esponente SI, con la chiusura di Pavullo, Castelnovo e Borgo Val di Taro “tutto l’Appennino resta senza punti nascita. Siamo di fronte a una sconfitta della politica e della logica”, sferza Torri. Il leghista Gabriele Delmonte si è presentato in aula con una maglietta su cui è stampata il codice del Comune reggiano che sparirà, ad esempio dai codici fiscali, per effetto della chiusura del punto nascita a Castelnovo. “Avete preso in giro i cittadini per due anni e mezzo - attacca Delmonte - l’assessore non ha fatto ciò che ha potuto, ma ciò che ha voluto. Questa battaglia è finita, ci abbiamo perso tutti. Mi auguro che non sia l’inizio della fine dell’intero ospedale”.

Tra l’altro, sottolinea l’assessore, i casi considerati a medio e alto rischio vengono già portati in altri punti nascite e le stesse donne che abitano a Borgo Val di Taro, Pavullo e Castelnuovo decidono di partorire spontaneamente altrove. Nei primi otto mesi del 2017, snocciola i numeri Venturi, a Borgo Val di Taro ha partorito nel distretto il 34% delle donne, ovvero 74 parti con una proiezione di 111 a fine anno.

A Castelnovo invece si parla del 31% (51 parti, 76 stimati fine anno) e a Pavullo del 53% (126 parti, 189 in proiezione). Dunque “è una scelta etica per la sicurezza- rivendica ancora l’assessore- non è una decisione presa solo per vincoli normativi o per ragioni economiche. Non ci guadagnamo nulla”. Anzi, ricorda Venturi, “nei tre ospedali abbiamo previsto investimenti per circa 10 milioni di euro”, prevedendo anche l’assunzione di nuovo personale, proprio per dimostrare che la chiusura dei punti nascita “non è il primo passo verso la chiusura dei reparti o dell’intero ospedale. Per una settimana si andrà altrove per partorire, ma il percorso nascita prima e dopo resterà come prima” nei tre ospedali. E le ostetriche “non resteranno senza lavoro- assicura Venturi- ma andranno nelle case a seguire le gravidanze, con la medicina di iniziativa”.