"Ciao Marietto, grazie. Ora riposati" Ligabue saluta il suo ’mitico’ barista

Ieri l’addio al gestore del bar River di San Martino, diventato protagonista della famosissima "Certe Notti" Decine di migliaia di reazioni al post del cantautore, in un video il gestore racconta la sua storia

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"Ciao Marietto. Grazie. Ora riposati". Con queste parole affidate alla sua pagina Facebook, ieri pomeriggio Luciano Ligabue ha voluto dare l’addio a Mario Zanni, il gestore del Bar River di San Martino in Rio, diventato poi il popolare Bar Mario con la canzone del rocker correggese, che da giovanissimo frequentava quel bar con la sua band, gli Orazero, dopo le prove in una vicina ex stalla a Lemizzone, al confine tra i due Comuni. Un messaggio breve, con l’aggiunta di un video in cui Mario, in dialetto locale, spiega che il bar citato dal Liga in "Bar Mario" e in "Certe notti" esiste davvero. Un messaggio che in pochissime ore ha totalizzato oltre ventimila reazioni, quasi un migliaio di commenti e quasi duemila e cinquecento condivisioni. Già, perché se il Bar Mario non ha stelle o stelline di merito, resta sempre e comunque un punto di riferimento per i giovani degli anni Ottanta e Novanta, ma anche per il popolo del Liga che "Bar Mario" o "Certe Notti" le ha cantate chissà quante volte.

Ieri erano in molti, in chiesa a San Martino in Rio e nella piazza antistante, per l’ultimo saluto a Mario Zanni, vinto a ottant’anni dagli acciacchi di un’età non più giovane. Già tra venerdì e ieri erano stati in centinaia a rendere omaggio alla camera ardente alla Casa funeraria Rossi, in via don Borghi a San Martino in Rio, meta di un "pellegrinaggio" di amici e conoscenti di Mario e dei suoi familiari. Ieri pomeriggio erano esauriti anche i posti a disposizione in chiesa, con tanta gente idealmente stretta ai parenti in lutto: la moglie Cordiana, i figli Valeria, Elisa e Nazareno, la nuora Elena, i nipoti, fratelli, sorelle. Presente anche una delegazione della Croce rossa di zona, realtà di cui il figlio Nazareno fa parte. A celebrare il rito religioso il parroco, don Pietro Paterlini, insieme a un sacerdote cugino di Mario.

Zanni era stato un barista vecchio stampo, costantemente con le mani attaccate alla macchina per preparare il caffè, pronto alla battuta con i clienti, ma anche al rimprovero severo e paterno verso i più giovani quando combinavano qualcosa di storto. Una vita di paese, quella raccontata da Luciano Ligabue in "Bar Mario", uno dei suoi primi grandi successi. Un paese con i suoi personaggi analizzati nel quotidiano proprio dai tavolini del bar di via Forche, dove il Liga Nazionale si recava a fine prove, con la band, per mangiare gnocco fritto e bere bevande fresche. Ma alle due tutti a casa, quando "Mario dà un colpo di straccio al banco del bar...".

Antonio Lecci