
Una folla commossa ai funerali di Vergalli, ex staffetta partigiana. "Ci ha insegnato la fiducia e la speranza"
Con i cuori pieni ed un enorme peso in più. Così - come ha affermato il presidente della Provincia Giorgio Zanni - si usciva ieri pomeriggio a Bibbiano dalla camera ardente di Teresa Vergalli. Con i cuori colmi sì di cordoglio ma sopratutto di riconoscenza per la lotta che la 16enne staffetta "Anuska" combattè, a rischio della propria vita, per la libertà e la democrazia in Italia; pieno di gratitudine per il suo impegno per affermare nella realtà i diritti delle donne scritti nella Costituzione ma per decenni parole morte. Ma si usciva soprattutto carichi dell’onere pesante di portare avanti il suo messaggio, ora che è fisicamente morta lei, una delle ultime testimoni viventi della guerra di resistenza e liberazione alla dittatura nazifascista.
Attorno alla bara coperta di fiori bianchi e scarlatti posta al centro della sala Barazzoni del Teatro di Bibbiano c’è stato un incessante passaggio di persone di ogni età. "Bandiera Rossa" a volume minimo, e tutt’intorno le bandiere delle sezioni Anpi comunali e di quella provinciale coperta di medaglie, della Provincia, il gonfalone della Bibbiano che le diede i natali 97 anni fa; ai quattro angoli del feretro un picchetto che ha visto alternarsi amici, amministratori e personalità politiche. In sala i sindaci bibbianesi, dal fratello Orio ad Andrea Cartelli, e della val d’Enza. E poi Ermete Fiaccadori e Simona Fantesini (pres. e vicepres. Anpi proviciale), Matthias Durchfeld (dir. Istoreco), Sonia Masini, Laura Salsi, Elena Carletti... I figli Alberto e Corrado hanno raccontato una Teresa intima (che faceva cappelletti perfetti, che cuciva coperte colorate, che si impegnava come maestra elementare e cittadina nella Roma delle periferie postbelliche), ma anche di una madre che ha insegnato ai figli il senso della parola "fiducia" fidandosi di loro, perché "essere di sinistra significa guardare al futuro con la speranza che le cose andranno meglio".
Ora Teresa è morta fisicamente. Ci sono i suoi libri, i video su YouTube, le infinite interviste, i giovani e gli adulti a cui riportava la sua esperienza. E tocca "a chi in quei valori si riconosce e per tutti coloro che hanno un minimo senso della Storia del Paese - ha sottolineato il sindaco Stefano Marazzi - trasformarsi in testimoni viventi".
E come detto da Mirco Zanoni (Istituto Cervi, in sostituzione di Albertina Soliani), "a Teresa non si poteva chiedere di più in termini di assunzione di responsabilità verso l’Italia. Sapeva e doveva parlare a tutti come mediatore tra le generazioni e le stagioni della Storia. Adesso la campana suona per tutti noi".