Castelnovo Monti, sempre meno cicloamatori. "Troppi pericoli"

L’Università del pedale: "Strade distrutte su tutto l’Appennino"

Cicloamatore

Cicloamatore

Castelnovo Monti (Reggio Emilia), 15 luglio 2018 - Strade PERICOLOSE e insicure in montagna per i ciclisti che chiedono urgenti interventi di messa in sicurezza e una maggiore manutenzione delle arterie danneggiate. Gli appassionati del ciclismo che frequentano il nostro Appennino rischiano, a causa delle precarie condizioni dell’asfalto, incidenti o cadute dalle loro biciclette. E così rischia di incrinarsi anche quel volano turistico ed econonomico rappresentato dal cicloturismo, diventato in questi ultimi anni una vera e propria moda, capace di far flutturare le cifre del turismo della nostra montagna.

Ma il problema delle strade dissestate è l’insidia principale del settore. Un problema che viene denunciato con preoccupazione dall’associazione sportiva ‘Università del pedale’ di Castelnovo Monti, noto gruppo formato da una cinquantina di cicloamatori. «Il tratto della statale 63 – dice il presidente Giuseppe Morelli – da Castelnovo Monti fino al Cerreto è piuttosto rovinato, mentre registriamo una situazione migliore nel versante toscano. La SS63, nella zona reggiana, è difficile da percorrere per la presenza di buche, avvallamenti e spaccature sulla carreggiata».

Morelli sottolinea che la strada provinciale 18 Passo di Pradarena-Ospitaletto-Ligonchio è «praticamente ‘devastata’: in alcuni tratti manca perfino l’asfalto e c’è solo la ghiaia. Nel ramisetano la Succiso-Scalucchia è flagellata dalle frane, il tratto Gatta-Civago-Romita è pieno di buche e ci sono tante buche sulla sp 108 Sologno-Pianello a Villa Minozzo. Le difficoltà non mancano nemmeno sulle strade comunali come a Berzana di Castelnovo».

Il portavoce del gruppo ha spiegato che i ciclisti negli ultimi mesi nel territorio montano sono diminuiti per le pessime condizioni delle strade. Il responsabile del gruppo sportivo lancia quindi un appello agli amministratori e al presidente della Provincia per sollecitare la realizzazione degli interventi di sistemazione.

Disagi e proteste si sono poi verificati anche per gli scavi per la posa della fibra ottica che hanno provocato nuovi problemi. Gianni Leurini, segretario e ‘capitano’ dell’Università del pedale, sostiene che i lavori per la fibra ottica hanno «peggiorato la viabilità con le strade che ora sono pericolose per ciclisti e motociclisti». Leurini evidenzia che in Appennino «riscontriamo delle problematiche su quasi tutte le strade perché l’asfalto viene rifatto solo con delle ‘pezze’ che dura per poco tempo. Rischiamo sempre di cadere a causa delle buche e delle auto in transito. Servirebbe più tolleranza e rispetto nei nostri confronti da parte degli automobilisti. Qualche volta sicuramente sbagliamo durante le nostre ‘uscite’ però chiediamo una maggiore attenzione perché un ciclista, appena viene urtato, precipita subito per terra».

Criticità e lamentele, per strade dissestate, pure nella parte bassa della montagna. Alcuni ciclisti reggiani segnalano infatti la pericolosità dell’ex strada statale 63, nel tragitto in discesa, tra Pantano-Casina e Casina-Canala e anche nella zona della statale (in direzione verso Reggio) poco dopo la nuova rotonda del Bocco.