Cosimo Cifarelli, finanziere arrestato a Reggio Emilia: altre mazzette. Le intercettazioni

Diceva "Paga o controlliamo la ditta". Il luogotenente incastrato da una segnalazione anonima e dalle intercettazioni telefoniche

Reggio Emilia, 14 dicembre 2022 - Non un solo episodio. Sarebbero diverse le ’mazzette’ chieste e ricevute dal luogotenente delle Fiamme Gialle Cosimo Cifarelli, ora agli arresti domiciliari con le accuse di induzione indebita a dare o promettere utilità e rivelazione e utilizzazione di segreti di ufficio. Secondo le ricostruzioni degli inquirenti, infatti, sarebbe destinatario di "altre utilità indebite o guadagni corruttivi", come emerso dalle attività di intercettazione telefonica, telematica e ambientale portate avanti dai suoi stessi colleghi.

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Sopra il finanziere Cosimo Cifarelli, arrestato il 2 dicembre scorso
Sopra il finanziere Cosimo Cifarelli, arrestato il 2 dicembre scorso

Cifarelli è stato arrestato in flagranza di reato proprio dai Finanzieri reggiani a inizio dicembre, mentre riceveva una ’bustarella’ da duemila euro in contanti da un imprenditore a sua volta indagato (il reato 319 quater, secondo comma, prevede la responsabilità anche dell’interlocutore, seppure in forma più lieve) e difeso dall’avvocatessa Rita Gilioli.

Ma c’è anche un terzo indagato: un altro imprenditore (difeso dall’avvocato Nicola Tria) intercettato in altre numerose conversazioni telefoniche con Cifarelli; chiacchierate in cui il militare si metteva "a disposizione" dietro compenso di denaro, per rivelargli segreti d’ufficio. Il fascicolo, sulla scrivania del sostituto procuratore Isabella Chiesi, è ancora in fase di indagini preliminari.

Il militare finito nei guai – 58 anni, nato a Matera, ma in città da decenni e conosciutissimo nel Reggiano anche per essere un allenatore di calcio dilettantistico – era già da un mese in aspettativa dalle Fiamme Gialle per ragioni personali. Dopo la misura cautelare, però, è stato comunque ufficialmente sospeso dal servizio, come previsto dal regolamento interno in questi casi.

Le indagini interne su di lui sono partite da una dettagliatissima segnalazione anonima arrivata ai centralini della Finanza reggiana.

L’episodio da cui trae spunto l’arresto si è però concretizzato fra il 1° e il 2 dicembre scorsi. Secondo le indagini coordinate dalla Procura della Repubblica reggiana, guidata da Gaetano Calogero Paci, Cifarelli avrebbe indotto uno dei due imprenditori reggiani a consegnargli duemila euro onde evitare verifiche fiscali e controlli incrociati suoi (o dei suoi colleghi "più integerrimi e severi", come sintetizzano gli inquirenti) sulla sua società. Lo scambio di denaro è avvenuto a una rotonda vicino al casello autostradale, in un appuntamento pattuito al telefono, mentre i due non immaginavano di essere intercettati.

Stando alle ricostruzioni Cifarelli, che era il responsabile delle pattuglie ’117’ del comando provinciale di via Mazzini, utilizzava questa sua posizione per trarne vantaggio personale. In sostanza, riceveva direttamente in caserma le segnalazioni per poi effettuare controlli fisici sugli scontrini o sulle fatture delle aziende, ma invece di procedere secondo l’iter previsto tentava di contattare direttamente i titolari delle aziende per avere vantaggi personali in denaro e poi così ’insabbiare’ le contestazioni. Tra i vari reati ipotizzati a suo carico, infatti, ci sarebbero anche corruzione per atti contrari ai segreti d’ufficio; falsit à materiale commessa da pubblico ufficiale in atti pubblici, infine soppressione, distruzione e occultamento di atti veri.

Anche in questo caso sfociato nell’arresto, come ricostruito dalle intercettazioni, aveva contattato l’amministratore unico di una società reggiana rivelandogli che c’era una segnalazione a suo carico per una mancata emissione di una fattura da 30 euro. Dopo avergli suggerito di rimediare alla violazione emettendo un’autofattura, poi però lo avrebbe chiamato direttamente per concordare la consegna della somma di duemila euro in contanti, per proteggerlo da eventuali future verifiche fiscali. Nel corso degli accertamenti, ancora in corso, sono state effettuate anche sei perquisizioni, tra locali e abitazioni, nei confronti di soggetti coinvolti a vario titolo.

L’arresto del finanziere – difeso di fiducia dall’avvocato Mattia Fontanesi – nelle scorse ore è stato convalidato dal gip Luca Ramponi che ha applicato la misura cautelare degli arresti domiciliari, mentre la Procura aveva chiesto la custodia cautelare in carcere.

L’avvocatessa Rita Gilioli, che difende uno dei due imprenditori indagati, precisa: "Il mio assistito è stato usato. Conosceva Cifarelli perché spesso gli chiedeva sponsorizzazioni per squadre di calcio, attività che aveva sempre rifiutato. Poi lo ha contattato invece con il pretesto di quella fattura da 30 euro, paventando però controlli fiscali da parte sua o di suoi colleghi se non avesse pagato duemila euro. Ovviamente si è intimorito e si è sentito indotto a dare quella somma. Per un cittadino normale una situazione così può spaventare. Lui si sente una vittima, per un 70enne trovarsi in una situazione del genere, dopo una vita regolare è uno choc".