REDAZIONE REGGIO EMILIA

Cisl contro gli altri sindacati: "Hanno bloccato i contratti. Colpiti 5.500 lavoratori"

Dure accuse a Cgil, Uil e Nursing Up: "Hanno agito pensando di essere un partito giocando sui salari e sulla pelle di infermieri, oss, tecnici di laboratorio e ostetriche".

Sul piede di guerra: il sindacalista Gennaro Ferrara, leader di Cisl Fp Emilia Centrale

Sul piede di guerra: il sindacalista Gennaro Ferrara, leader di Cisl Fp Emilia Centrale

"Il contratto della sanità pubblica? Un disastro. Colpiti i salari di 5.500 lavoratori". Gennaro Ferrara, leader di Cisl Fp Emilia Centrale, la categoria che protegge il comparto sanità, è furente dopo che la coalizione Cgil, Uil e Nursing Up (col suo decisivo 7% di consensi) lo scorso martedì ha fatto saltare davanti all’Aran la firma dell’accordo che avrebbe non solo rinnovato il contratto per il 2022-2024 (scaduto nel 2021) ma sbloccato subito anche il contratto per il triennio 2025-2027. In pochi minuti è andata in fumo una trattativa lunga nove mesi, denuncia la Cisl.

"Non basta dire tutti i giorni che i 5.500 lavoratori della sanità reggiana sono eroi – tuona Ferrara – Bisogna saper portare nelle loro tasche stipendi e indennità migliori, altrimenti sono solo chiacchiere da bar sport. Purtroppo, la grande crociata di chi pensa al sindacato come ad una sezione di partito ha impedito ai lavoratori un aumento importante in busta paga, bloccando il rinnovo non di uno ma di due contratti nazionali e bruciando 700mila euro di euro di fondi da contrattare con Ausl d Reggio. Complimenti vivissimi ai profeti del sindacalismo zero tituli...".

Ferrara poi scende nei dettagli. "II danno lo hanno capito benissimo i tantissimi lavoratori del comparto che ci stanno contattando, anche parecchi iscritti a Cgil e Uil, imbufaliti per il gioco che è stato consumato sulla loro pelle. Pardon, sul loro portafogli. Parliamo di infermieri, oss, tecnici di laboratorio, amministrativi e così via. Ora si rischia che per più di un anno gli aumenti in busta paga siano bloccati e solo per permettere a qualcuno di fare campagna elettorale. È inutile che chi ha fatto la frittata provi a rigirarla, diffondendo tabelline che mostrano solo quale sarebbe stato l’aumento desiderato nei loro sogni. Capisco lo scontro sindacale, accetto le regole del gioco, ma non quando diventano una farsa. Peccato che la stessa energia non sia mai stata spesa per chiedere alla Regione e alle Ausl di assumere più figure per non massacrare il personale con gli straordinari".

Ferrara spiega, numeri alla mano, i benefici se fosse passato il contratto: "Chi lavora in pronto soccorso avrebbe beneficiato dei 170 euro di aumento stipendiale e di altri 240 euro al mese di indennità, che sarebbero diventati 300 euro nel 2025 e 366 euro al mese nel 2026. Conti alla mano, si tratta di 510 euro di aumento per chi opera in un Ps, settore chiave della nostra sanità. Oppure c’è il caso delle ostetriche. Fino ad oggi non avevano diritto ad alcune indennità. Con lo sblocco del contratto avrebbero ottenuto i 172 euro al mese medi più una indennità di 35 euro al mese (per coprire il 2024) e di 40 euro al mese nel 2025".

Infine, la Cisl evidenzia anche un aspetto riguardo al personale sanitario aggredito. "La grande vergogna, riguarda poi i sanitari che sono vittime di aggressioni – conclude Ferrara – Nel contratto nazionale naufragato avevamo portato la nostra richiesta, elaborata a Reggio, per fornire l’assistenza legale gratuita ai sanitari vittime di violenza, oltre ad un migliore supporto psicologico. Anche in questo caso, tante belle parole quando c’è un dipendente pestato ma poi la campagna elettorale vale più dei suoi diritti. Avevamo ottenuto di esonerare dai turni e dalla pronta disponibilità il personale dai 60 anni in su, mentre oggi questa tutela scatta solo per gli over 62 e solo per la pronta disponibilità. In fumo anche questo...".