"Codice appalti, la clausola sociale deve rimanere obbligatoria"

I sindacati: "Renderla facoltativa vorrebbe dire fare un passo indietro di sei anni, i dipendenti rischierebbero salario e lavoro"

Migration

"Nel codice degli appalti pubblici va garantita e mantenuta l’obbligatorietà della clausola sociale". Lo affermano con decisione i sindacati reggiani di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil. Al centro dell’appello il dispositivo, conquistato anche grazie alla mobilitazione sindacale nel 2015 e disciplinato dal Codice dei contratti pubblici, che tutela la continuità occupazionale nei casi di cambi di appalto delle aziende. Uno strumento che rischia di scomparire - divenendo facoltativo - all’interno di un disegno di legge presentato dal Governo, già approvato al Senato e in passaggio alla Camere.

"La clausola sociale non può essere inserita a discrezione di chi redige i bandi di gara: migliaia di lavoratrici e lavoratori, costretti periodicamente a cambiare datore di lavoro per decisioni prese spesso in un’ottica di mero risparmio dalle stazioni appaltanti, rischiano in mancanza della clausola sociale di perdere diritti, salario o peggio il posto di lavoro a ogni cambio di appalto", avvisano i sindacati.

Secondo cui "il Governo Draghi, eliminando questa clausola di diritto, fa retrocedere le tutele previste per i lavoratori degli appalti con un balzo all’indietro di sei anni". Altro tema sollecitato dalle parti sociali quello di un lavoro insieme al Governo per la definizione dei corretti contratti nazionali da applicare ai vari settori degli appalti "per contrastare fenomeni di ribassi eccessivi e infiltrazioni della criminalità organizzata". Filcams, Fisascat e Uiltucs concludono: "Continueremo a insistere per riaffermare quella che consideriamo una norma di civiltà e chiediamo ai parlamentari reggiani un impegno preciso in tal senso".