
Marcello Coffrini accanto alla statua di Peppone, il personaggio di Guareschi
"Per dieci anni accuse infamanti hanno perseguitato me e la mia famiglia". Nel settembre 2014 Marcello Coffrini, allora sindaco di Brescello, rilasciò dichiarazioni che ebbero un effetto esplosivo. Definì Francesco Grande Aracri, già condannato per mafia e fratello del boss di Cutro Nicolino Grande Aracri, "composto ed educato". E aggiunse: "Brescello non è un paese con problemi di criminalità". Nel giugno 2015 si insediò in municipio la commissione prefettizia, Coffrini si dimise nel gennaio 2016 e tre mesi dopo il Consiglio dei ministri sciolse il Comune per infiltrazioni mafiose.
Coffrini, qual è ora il suo stato d’animo? "Mi sento sollevato moralmente e fisicamente. Soprattutto gli ultimi mesi sono stati molto difficili e pesanti".
Com’è cambiata la sua vita in questi dieci anni? "Sono stato danneggiato. Una volta, come avvocato, lavoravo per gli enti locali, dopo ho dovuto cambiare del tutto settore: con quale spirito avrei potuto affrontare un cliente? Oggi ho la fortuna di assistere anche grandi aziende: ho instaurato rapporti stretti e cordiali che mi hanno permesso di lavorare bene, facendomi sentire considerato".
Come giudica oggi l’uscita che fece allora su Grande Aracri? "Non ho mai voluto difendere Grande Aracri, bensì il buon nome di Brescello di cui ero sindaco".
Si è sentito perseguitato per il suo cognome, date anche le polemiche sorte intorno a suo padre Ermes Coffrini, pure lui ex sindaco e avvocato, che tutelò i Grande Aracri nella vicenda di abusi edilizi a Crotone? "Quella vicenda amministrativa non aveva nulla a che fare con la ‘ndrangheta. Per il resto tante persone intelligenti hanno capito come stavano le cose, ma per molti anni il nostro cognome è stato ingiustamente infangato".
Ai tempi il segretario provinciale del Pd, partito che sorreggeva la sua coalizione, stigmatizzò quelle parole. Anche altri colleghi sindaci presero le distanze. Qualcuno le ha poi espresso comprensione? "Quand’ero sindaco non ero tesserato del Pd. Comunque io non ho mai cercato alcunché".
Tornerà a fare politica? "Assolutamente no. Voglio dedicarmi al mio lavoro, alla mia famiglia e alle mie passioni come la bici da corsa e i cani".
Alessandra Codeluppi