Lui, un operaio che allora aveva 28 anni, coltivava nella sua casa di San Cassiano di Baiso quattro rigogliose piante di marijuana, di altezza tra i 2 e i 2,75 metri. I carabinieri di Sassuolo le sequestrarono nell’agosto 2018, e per il giovane, che lavorava in un’azienda del paese modenese, scattarono le manette. Il gip convalidò l’arresto, ma non applicò i domiciliari chiesta dal pm, lasciandolo a piede libero: una decisione confermata anche dal Riesame a cui la Procura fece ricorso. Il giovane, difeso dall’avvocato Pier Francesco Rossi, ieri stato processato e assolto: "Mi scuso per quello che ho fatto, ma non pensavo fosse una condotta punibile. Avevo preso l’abitudine di fumare canne terapeutiche, ma ho moglie e figli piccoli e non volevo incidere sul bilancio familiare: così ho deciso di piantare la marijuana nell’orto".
Il pm ha chiesto l’esclusione della punibilità per particolare tenuità del fatto. La difesa ha domandato l’assoluzione: "Si trattava di uso personale. Non c’è prova che lui la vendesse e poi le piante non erano mature". Il giudice Silvia Guareschi lo ha assolto "perché il fatto non sussiste".
al.cod.