Con i cani aggressivi si cerca il rischio zero

"Vanno valutati tutti i fattori, compresa la composizione famigliare. E non vanno banalizzate le questioni"

Migration

Quando come veterinario esperto in comportamento animale sono chiamato a fare valutazioni sulla pericolosità di un cane morsicatore, il primo obiettivo che mi pongo è di essere il più oggettivo possibile, ovvero non devo assolutamente farmi influenzare e coinvolgere dalle emozioni dei proprietari. Inoltre, non devo farmi condizionare dal comportamento del cane con il sottoscritto, dove il più delle volte, approcciando con una giusta prossemica e mantenendo le giuste distanze, il soggetto non manifesta i comportamenti che di solito presenta con estranei. L’altro fattore che devo necessariamente tenere in considerazione è la consapevolezza della mia responsabilità sul tentativo di un eventuale recupero o nel consigliare i proprietari ad una rinuncia. La mia parola chiave è "Primum non nocere", quindi l’analisi della valutazione del cane e della conseguente pericolosità non deve basarsi solo ed esclusivamente sulla mera visita comportamentale del soggetto, ma deve necessariamente ampliarsi ad altri fattori: la composizione del nucleo familiare, il contesto abitativo, l’emotività dei proprietari, l’analisi della relazione uomo-cane e soprattutto come la relazione si è modificata dopo l’episodio aggressivo. In genere i proprietari perdono la fiducia nei loro cani ed entrano in una situazione di conflittualità, tra la triste decisione di rinunciare alla proprietà che segnerebbe un loro fallimento e la decisione di tentare un recupero comportamentale con i relativi rischi. E’ opportuno che il veterinario che decide di tentare un recupero si assuma anche la responsabilità delle sue decisioni, e nello stesso modo chi si occupa di adozione nei canili, soprattutto di ‘cani riabilitati’ si dovrebbe assumere la medesima incombenza. Fino ad ora non ci sono responsabilità legali, ma solo ed esclusivamente responsabilità morali. Per quanto mi riguarda, il pensiero che una decisione presa con leggerezza possa provocare un’altra vittima mi mette in allarme. Occuparsi di cani aggressivi e della loro riabilitazione non è un lavoro facile, spesso richiede frequenti colloqui con i proprietari per far emergere e valutare tutti i fattori che possono portare alla scelta giusta per tutti. Rimango pertanto di sasso quando si pubblicizza il recupero di cani estremamente pericolosi. Ci dovrebbe essere invece una ‘responsabilità giuridica permanente’ per chi affida questi cani. Lo stesso vale per chi si adopera in adozioni temerarie senza arte né parte. Spesso poi, quando succede il peggio, si banalizza.

Marco Catellani, veterinario esperto in comportamento animale