Band ispirata a Br, indaga la Digos. Il figlio di Biagi: "Concerto schifoso"

Reggio Emilia, polemica dopo l'esibizione del gruppo P38 - la gang, con tanto di bandiera delle Br. Interviene il figlio del giuslavorista ucciso

Reggio Emilia, Lorenzo Biagi e il volantino del concerto

Reggio Emilia, Lorenzo Biagi e il volantino del concerto

Reggio Emilia, 4 maggio 2022 - E' bufera sul circolo Arci di Reggio Emilia che il primo maggio ha ospitato il concerto della band ispirata alle Brigate Rosse, con canzoni inneggianti al gruppo terroristico e con la bandiera delle Br portata sul palco. Ma non si tratta solo di polemica politica: sui concerti della band sono in corso accertamenti della Digos di Reggio Emilia, su disposizione dell'autorità giudiziaria. 

L'esibizione del gruppo rap-trap 'P38 - La Gang', alla "Festa dell'Unità Comunista", ha provocato l'amarezza di Lorenzo Biagi, figlio del giuslavorista ucciso dalle Br 20 anni fa, e non è sfuggita ad associazioni, politici ed amministratori che si sono espressi con ferme parole di condanna. Anche il comitato provinciale Arci di Reggio Emilia si è dissociato.

Il figlio di Biagi: "Concerto schifoso"

Tra le reazioni, quella di Lorenzo Biagi, figlio di Marco, il docente universitario ucciso a Bologna dalle Nuove Br. Lorenzo Biagi interviene con un post su Facebook: "Le cose più schifose a mio parere sono due: la prima che il titolare del locale che li ha invitati li ha pure difesi in seguito alla loro esibizione - scrive -  La seconda cosa schifosa è che non è la prima volta che questo gruppo viene invitato nei locali ad esibirsi". Poi la chiusa: "Mi fermo qui io Lorenzo, figlio di Marco Biagi ucciso", si conclude il post.

Lo sdegno del sindaco

"C'è poco da girarci intorno, quanto accaduto è una vergogna ed è un grande insulto alla nostra città, al Paese intero e a tante famiglie che hanno subito perdite negli anni di Piombo. Quel terrorismo ha messo seriamente a rischio la tenuta delle istituzioni e della democrazia", sono le parole del sindaco di Reggio Emilia Luca Vecchi, che è anche il presidente Anci Emilia-Romagna. Vecchi "condanna senza esitazione" il concerto della band rap-trap 'P38'. "Deve esserci un limite - spiega - Non c'è provocazione o creatività artistica che tenga o che possa legittimare questo tipo di messaggio. La cultura ha il compito di aiutare i popoli a crescere. Il circolo Arci in questione ha pesantemente sbagliato, mi auguro che riflettano sull'errore con autocritica".

L'Arci si dissocia

"Ci dissociamo dai contenuti espressi dallo spettacolo del gruppo 'P38' ospitato al circolo Tunnel lo scorso 1 maggio": il comitato provinciale Arci di Reggio Emilia interviene così nella polemica. "La stagione degli anni di piombo - continua il comunicato - e dei suoi protagonisti rappresenta una delle pagine più buie della storia del nostro Paese e la sua condanna, di qualunque colore sia, non prevede se e ma. L'Associazione Arci non ha niente a che vedere con la lotta armata, anzi è da sempre profondamente e intimamente non violenta. Incontreremo i dirigenti del circolo Tunnel per approfondire i contorni di questa vicenda che ci lascia con l'amaro in bocca anche perché vede protagonisti un gruppo di giovani musicisti".