Concessi i domiciliari al ladruncolo: "Mi scuso, sono tossicodipendente"

Il giudice concede il beneficio al 39enne e lo invita a sottoporsi a un percorso di recupero

Concessi i domiciliari al ladruncolo: "Mi scuso, sono tossicodipendente"

I carabinieri erano intervenuti a Correggio dove l’uomo era stato sorpreso dalle vittime mentre svuotava un deposito di attrezzi da un cortile

Sono stati concessi gli arresti domiciliari all’uomo di 39 anni, residente a San Martino in Rio, fermato l’altra notte – come già scritto ieri dal Carlino – mentre stava cercando di rubare degli oggetti da una casetta-deposito nel cortile privato di una abitazione, a Correggio.

Ieri mattina in tribunale a Reggio il giudice Andrea Rat ha accolto la richiesta dell’avvocato difensore, Elisabetta Strumia, per una misura cautelare alternativa alla reclusione in cella, come invece chiedeva il pm Mariarita Pantani.

L’indagato in aula ha ammesso le proprie responsabilità e ha chiesto scusa, confidando pure il suo stato di tossicodipendenza, che lo porterebbe a commette reati per procurarsi droga.

Al momento il giudice ha deciso per i domiciliari, invitando però il 39enne a sottoporsi a un percorso di recupero per non incappare in altri reati, che in futuro potrebbero portarlo davvero a un lungo periodo in cella.

Il tentato furto è avvenuto in una abitazione di Correggio. A dare l’allarme una donna che stava allattando il figlioletto, in piena notte.

Questo ha consentito di sentire rumori sospetti provocati da un uomo con una torcia elettrica, che armeggiava attorno a una casetta in legno. Sono intervenuti marito e suocero della donna, fermando l’intruso. All’arrivo dei carabinieri di Bagnolo, l’uomo – già noto alle forze dell’ordine – ha tentato di fuggire, ma è stato subito fermato e bloccato. Stava cercando di rubare una bicicletta e un carretto in legno. Per entrare aveva forzato la serratura del cancello e poi mandato in frantumi il vetro della finestra della casetta. Nel cortile sono stati trovati i vetri e anche altri oggetti sparsi in giro e prelevati dalla casetta.

Antonio Lecci