
Fa notizia e allieta tutti la nascita di un bambino in un paese del crinale dell’Appennino reggiano dopo diversi anni in cui sono stati celebrati solo funerali e la popolazione continua a calare: aumentano le case messe in vendita o in affitto, al massimo conservate nel ricordo dei nonni da qualche nipote per le vacanze estive. Il territorio è molto vasto e la realtà cambia da una valle all’altra: resistono i paesi comodi alle infrastrutture e ai servizi, muoiono i borghi isolati. Nonostante l’impegno dei sindaci dei comuni montani, che da anni continuano a offrire agevolazioni alle coppie giovani per convincerle a trasferirsi e a vivere in montagna, lo spopolamento non si arresta.
La dimostrazione è data da alcuni dati rilevati dall’anagrafe nei comuni del crinale Ventasso e Villa Minozzo, dove la vita è più difficile per scomodità, carenza di lavoro e di servizi. Ventasso: anno della fusione 2016, abitanti 4.247, 31 ottobre 2023 abitanti 3.923 con un saldo negativo di meno 334 unità; nello stesso periodo nati 11 e morti 63. Villa Minozzo (lo stesso periodo): anno 2016 abitanti 3.686, 31 ottobre 2023 abitanti 3.552 saldo negativo meno 134; nello stesso periodo nati 20 e morti 46. È evidente che la sofferenza è inferiore per i comuni più a valle, anche se il trend in calo lo marca anche la ‘capitale della montagna’ Castelnovo Monti: al 31 dicembre 19 contava 10.482 abitanti; a fine 2022 10.325: saldo negativo di meno 157 abitanti nel giro di tre anni.
Per il sindaco di Ventasso, Enrico Ferretti: "Sono state fatte politiche sbagliate, bisognava pensare soprattutto alle infrastrutture, senza quelle non si va da nessuna parte: portano lavoro e la gente si ferma in montagna se c’è lavoro. La statale 63 da Castelnovo Monti al Cerreto è rimasta all’anteguerra, non è stato fatto nulla per migliorarla, solo interventi di facciata. La viabilità è fondamentale per la montagna, noi insistiamo sulla fondovalle Secchia, strada di sfogo che offre molte opportunità a chi vive in montagna. Altra opera che crea lavoro è la diga di Vetto sull’Enza, se ne parla da troppo tempo senza trovare una soluzione, occorre cambiare rotta". Altro tema è quello dei servizi "senza i quali la gente non si ferma". E, conclude, "noi stiamo lavorando molto sul turismo perché questa è la vocazione del nostro territorio: crea lavoro e occupazione però occorrono infrastrutture, anche quelle internet della banda larga che non arriva mai, per rendere possibile il lavoro a distanza".
Il sindaco di Villa Minozzo, Elio Ivo Sassi, che con i 2120 metri del Cusna vanta di avere il comune più alto dell’Appennino reggiano, insiste sui servizi che devono essere alla portata della gente: "Se noi vogliamo trattenere i giovani nei nostri paesi, dobbiamo creare condizioni favorevoli e in primo luogo servizi essenziali come la scuola: dalla materna alle elementari e alla media. Ci sono colleghi che si vantano perché riescono a costruire nuovi ricoveri: io non voglio ricoveri, voglio scuole alla portata delle famiglie. In Asta ho una scuola materna a 1060 metri di quota che costa ma funziona molto bene. Anche nel nostro Appennino pensano di tagliare scuole spostando gli alunni da un luogo all’altro. Io non sono di questo parere, anche la pluriclasse, se organizzata bene, dà buoni risultati. Per me le scuole sono fondamentali perché è lì che crescono i giovani e imparano ad amare la montagna, Poi occorrono anche tutti gli altri servizi: dalle infrastrutture alla sanità a cui diamo un valido aiuto con i nostri volontari della Croce Verde".