
"Controlli in stazione? Bene, ma che continuino"
"Sappiamo che sono iniziati i controlli nelle abitazioni: finalmente! Però, chiediamo che questo intervento non proceda a singhiozzi, ma sia continuativo e duraturo". Un po’ grido di liberazione, un po’ estremo appello all’attenzione. E’ quanto arriva alla nostra redazione dal Comitato IV Novembre, il viale che dalla stazione storica porta all’incrocio di via Emilia San Pietro. Una strada spesso al centro della cronaca, a causa del degrado che a volte la fa da padrone. "Il sacrificio dei cittadini della zona stazione è ormai alle battute finali: l’intolleranza, la sfiducia, la paura non possono che sfociare in qualcosa di peggiore – avvertono i residenti nella lettera indirizzata all’assessore Nicola Tria, con la delega alla sicurezza – Il nostro quartiere potrebbe servire sul vassoio d’argento un esperimento sociale di integrazione e welfare degno di una città come questa: la città delle persone. Il melting pot è ogni giorno sotto i nostri occhi. È importante controllare le attività, non permettere l’apertura di 15 negozi di alimentari (ovvero birrifici) nel giro di 500 metri quadrati, esigere il pagamento della Tari, la presenza di impianti elettrici a norma, di vetrine antisfondamento, dunque di una regolamentazione basilare. Il decoro dell’ambiente crea benessere e rispetto".
L’elenco delle buone pratiche fatto dal comitato è frutto dell’esperienza, dopo tantissimi casi di furti con spaccata e aggressioni per l’eccesso di alcol. "Sappiamo che sono iniziati i controlli nelle abitazioni: finalmente! – scrivono dopo le notizie uscite nei giorni scorsi che parlano di una serie di appartamenti in cui venivano stipati stranieri senza contratto a cui venivano chiesti affitti fuori mercato – Però, chiediamo che questo intervento non proceda a singhiozzi, ma sia continuativo e duraturo. Siamo stanchi di fare incontri online sulla sicurezza, sulla gestioni dei rifiuti, sui progetti in essere o futuri, quando in verità la zona riqualificata è quella al di là della ferrovia e noi, ormai da troppi anni, siamo costretti a contattare un unico numero telefonico: 113, anzi due… 113 e 112! Se qualcuno di voi avesse sotto casa tutti i giorni questa situazione da tanti anni e le urla, gli schiamazzi, gli accoltellamenti, le ubriacature, i rifiuti, i topi, gli escrementi, gli articoli di giornale, le derisioni dei concittadini che denigrano la zona fossero pane quotidiano, forse sareste alla ricerca di un soluzione concreta. Noi vogliamo un intervento tempestivo e risolutivo. Vogliamo vivere tranquillamente insieme, bianchi, rossi, gialli, neri, persino turchini… Siamo stufi, stufissimi ed è vostro dovere trovare una soluzione, proteggerci e permetterci di lavorare per fare crescere il nostro quartiere in sicurezza. Siamo disponibili ad un incontro, preferibilmente de visu".