Reggiano convertito all’Islam indagato

L’uomo di 31 anni è stato perquisito dalla Digos. Sotto accusa i post su Facebook

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Reggio Emilia, 6 dicembre 2015 - «Non esiste nessun islam laico o moderato esiste solo la sottomissione ad Allah». Scriveva così su Facebook, Saif-Allah, come si fa chiamare, (spada di Dio, letteralmente) nelle ore successive alle stragi di Parigi. In realtà si chiama Luca Aleotti, il reggiano 31enne, «convertito all’Islam da oltre dieci anni» – come spiega lui stesso in un video di autopresentazione sul social network – tenuto sotto controllo dalla Digos reggiana.

Da qualche tempo è iscritto sul registro degli indagati della procura distrettuale di Bologna per reati afferenti il terrorismo e per aver pubblicato alcuni post ritenuti estremi sulla sua pagina Facebook.

E, mentre le immagini del Bataclan rimbalzavano in tutto il mondo e altri islamici italiani scendevano in piazza per dissociarsi dagli atti terroristici, lui commentava: «Il peggio sono i musulmani che pregano per i morti in Francia e non dedicano nemmeno un secondo di riflessione alle centinaia di migliaia di martiri nel Levante. #hypocrisy». Oppure, il 16 novembre: «Ricordatevi fratelli ciò che il nostro rasulullah ci ha insegnato. La Francia ci ha dichiarato guerra rispettate dunque questi comandi quando affronteremo i Kuffar».

I kuffar, spesso citati nei suoi post che riportano traduzioni integraliste dal Corano, sarebbero i miscredenti, gli infedeli o tutti coloro che offendono Allah. L’uomo nei suoi post inneggia alla Shariʿah, la legge islamica, criticando invece quella italiana.

Nei mesi scorsi Aleotti ha subito anche una perquisizione da parte della polizia, nella sua abitazione in città. E continua ad essere attenzionato dagli investigatori. Scriveva il 13 novembre, rispondendo a un commento: «Non vedo il motivo per il quale la polizia dovrebbe venirmi a prendere. Tuttavia (...) sono già venuti e già hanno potuto constatare che non sono né un pericolo per gli ignoranti come te ne per la tua tanto ambita società libertina. Quindi stai sereno».

In altri post, esprime meglio il suo pensiero: «Il problema è che molti fratelli pensano o credono che si può vivere l’islam con la democrazia ed il laicismo ma non è così che si vive da musulmani. Questo i veri muslims lo sanno».

Secondo il quotidiano Il Giornale, che ha riportato il caso, l’uomo il 2 dicembre avrebbe anche scritto: «Ma quando muore Berlusconi?», raccogliendo il consenso di altri simpatizzanti. Ieri, però, quella frase non era presente sul suo profilo.

Assieme ad Aleotti, la Digos reggiana starebbe tenendo sotto controllo altri soggetti nella nostra città, ritenuti vicini all’estremismo islamico. Stando a quanto trapela, però, fino ad ora soltanto la posizione di ‘Saif-Allah’ sarebbe risultata positiva.

Ma nonostante la perquisizione (sa quindi di essere indagato) Aleotti non ha cessato di scrivere su Facebook i suoi post a dir poco radicali. Soltanto pochi giorni fa, ad esempio, se l’è presa con i musulmani che «condivideranno gli ‘idoli’ con addobbi natalizi, presepi e giuramenti vari su leggi inventate dal vicario in terra in nome di un’integrazione, che va contro tutti i precetti dell’Islâm... costoro, mettono nei loro cuori miscredenza ... e la Collera dell’ Altissimo! (...) Cadranno loro stessi nella miscredenza e saranno tra i perdenti».