Coronavirus Reggio Emilia, 15 marzo. E' morto don Guido Mortari

Risultato positivo è deceduto ieri mattina in ospedale

Don Guido Mortari, deceduto a 83 anni, per 42 anni parroco di Sant’Agostino

Don Guido Mortari, deceduto a 83 anni, per 42 anni parroco di Sant’Agostino

Reggio Emilia, 15 marzo 2020 - La comunità parrocchiale di Sant’Agostino aveva festeggiato mercoledì 5 febbraio gli 83 anni di Don Guido Mortari, di cui ben 55 trascorsi ininterrottamente nella comunità parrocchiale cittadina prima come curato, poi come parroco. Don Guido si è spento nella mattinata di ieri all’Arcispedale dove era stato ricoverato mercoledì; aveva ricevuto la sera prima l’Unzione degli infermi. L’ottantatreenne sacerdote - come riporta anche la Diocesi in una nota - era ricoverato da alcuni giorni ed è deceduto in seguito all’aggravarsi di una polmonite. Gli esami successivi hanno poi riscontrato che era risultato positivo al Coronavirus. Anche un’altra persona deceduta ieri, un uomo di 72 anni di Sant’Ilario, era stata contagiata dal Covid-19.

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Appresa la notizia della scomparsa del sacerdote, il vescovo Massimo Camisasca ha espresso il suo cordoglio manifestando la sua vicinanza nella preghiera ai familiari di don Guido, ai fedeli della parrocchia di Sant’Agostino e a tutto il presbiterio. Entrato in Seminario dopo gli studi liceali e aver intrapreso quelli universitari, don Mortari è stato ordinato sacerdote il 29 giugno 1965 dal vescovo Gilberto Baroni. Nel corso della celebrazione eucaristica del 5 febbraio scorso, don Mortari aveva pronunciato un’omelia e alla fine della Messa distribuito una lettera che, rilette oggi, costituiscono il testamento spirituale di un presbitero generoso, ma soprattutto il solido viatico da lui lasciato per il futuro di una comunità che con saggezza, tenacia, insistenza, pazienza, paternità don Guido ha saputo amare, costruire, consolidare. Alla luce dell’oltre mezzo secolo di ministero sacerdotale aveva sottolineato: "La virtù più importante è sempre stata e deve essere il rispetto reciproco: di questo ringrazio tutti". Il suo pensiero affettuoso era andato alle tante persone conosciute in Sant’Agostino.

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"Credo che il dono più bello da invocare per noi oggi sia la serenità e la disponibilità a scelte di vita secondo la volontà di Dio, per il vero bene personale nostro e della comunità in cui ci troviamo ora". Concetti che don Mortari aveva ribadito anche nella lettera, in cui tra l’altro annotava: "Secondo criteri umani la croce è una follia; secondo il messaggio cristiano la vita è bella non per i soldi, ma per l’offerta a Dio. Se la vita è vissuta con fede e speranza, la croce è la strada che porta a Gesù".

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Don Mortari diventò parroco di Sant’Agostino nel 1978 e lo è rimasto fino all’ottobre scorso, quando gli è subentrato don Luca Grassi, che oggi così lo ricorda: "È stato un pastore con l’odore delle pecore, che conosceva per nome una ad una, via per via, casa per casa. Ha donato la sua vita alle famiglie e ai giovani che a centinaia hanno partecipato della vita di parrocchia. Ha visitato con costanza ammalati, anziani e famiglie. Ha speso il suo tempo nella preghiera, nell’ascolto delle persone e nella confessione, alla quale negli ultimi anni ha dedicato molto tempo. Ha sostenuto la Caritas e l’animazione missionaria. Ha ristrutturato e riportato alla loro bellezza originaria la chiesa, il chiostro, il teatro, la canonica. Don Guido ci mancherai, ma continuerai a camminare con noi dal cielo". Nel rispetto delle disposizioni per il contrasto alla pandemia in corso, infatti, non saranno celebrate le esequie di don Mortari, ma si terrà un momento di commiato - al quale sarà presente solo il vescovo Massimo a nome di tutta la Chiesa diocesana - nel cimitero di Montalto (Vezzano sul Crostolo), dove la salma sarà tumulata nella tomba di famiglia. Terminato il periodo di emergenza verrà celebrata la santa Messa di suffragio nella parrocchia di Sant’Agostino.