Coronavirus Reggio Emilia, si torna a lavorare nei campi

Boom di italiani nelle richieste alle aziende agricole. Chi ha chiuso l’attività cerca di reinventarsi. Cia: "Dieci domande per ogni offerta"

In molti riscoprono il lavoro nei campi, duro ma redditizio, specie in tempi di crisi

In molti riscoprono il lavoro nei campi, duro ma redditizio, specie in tempi di crisi

Reggio Emilia, 18 maggio 2020 - Si torna a lavorare nei campi. Se c’è una cosa positiva in questa esperienza del Coronavirus, è che ha spinto molti a tornare ad apprezzare le cose essenziali della vita. Procurarsi cibo, quindi da vivere, facendo il lavoro più naturale: coltivare la terra. Sarà dunque per effetto del lockdown, con la conseguente chiusura di molte attività e l’aggravamento della crisi per tante altre, che nell’ultimo periodo sono moltiplicate le domande presentate per lavorare nei campi, e molte giungono da italiani. Migliaia le richieste registrate nei portali internet delle varie associazioni di categoria come Cia, Confagricoltura, Coldiretti (troviamo ’Agrijob’ di Confragricoltura, ’Job in country’ di Coldiretti, ’Lavora con agricoltori italiani’ di Cia, ma anche il portale lavoro della Regione).

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Tante anche le mail arrivate alle associazioni di categoria, come pure alle aziende agricole, che confermano un trend decisamente in aumento rispetto alle passate stagioni. Scorrendo i profili delle candidature, ci sono lavoratori che per anni sono stati impiegati nei settori più disparati ma che si sono detti disponibili a reinventarsi, a ricominciare, magari raccogliendo frutta e verdura o coltivando un fazzoletto di terra.

"In media, per ogni offerta di lavoro di un’azienda, ci sono circa dieci domande – spiega Antenore Cervi di Cia –. Non è così semplice trovare spazio per tutti anche perché negli ultimi decenni l’agricoltura si è molto meccanicizzata e quindi spesso si richiede manodopera un minimo specializzata". La particolarità sta nel fatto che a chiedere lavoro non sono più soltanto (o quasi) lavoratori stranieri, ma proprio nell’ultimo periodo sono aumentate le richieste da parte degli italiani. Ci sono addirittura aziende agricole (leggi a pagina 2) che riferiscono di aver ricevuto domande esclusivamente da persone italiane. E la dimostrazione di questo trend è ad esempio la storia di Paola (leggi sotto) che dopo tanti anni passati in ufficio è disposta anche a fare le stagioni in agricoltura.

C’è anche chi prova a mettersi in proprio, sfruttando magari qualche fazzoletto di terra che ha a disposizione. "La coltivazione degli orti privati sta prendendo sempre più piede, negli ultimi anni registriamo un aumento consistente - conclude Antenore Cervi –. Sono tanti coloro che provano a realizzare un piccolo progetto personale, magari perché hanno nelle disponibilità un piccolo appezzamento o ne sono proprietari, e iniziano a produrre ortaggi e frutta".