Coronavirus Reggio Emilia, morto lo psicologo Carmine Pascarella

Aveva 65 anni. Era conosciuto per il suo lavoro trentennale svolto all'interno dell'Ausl

Carmine Pascarella

Carmine Pascarella

Reggio Emilia, 22 marzo 2020 - È morto ieri sera all'ospedale Santa Maria Nuova lo psicologo e psicoterapeuta Carmine Pascarella, 65 anni. Era conosciuto per il suo lavoro trentennale svolto all'interno dell'Ausl, come esperto di infanzia e famiglie: abusi sui minori, ma anche affidi e adozioni internazionali sono state le questioni che più ha approfondito nella sua lunga carriera da professionista, cominciata come educatore nelle scuole dell'infanzia reggiane, al fianco del pedagogista Loris Malaguzzi.

Negli anni Ottanta aveva lavorato nel campo della Neuropsichiatria infantile, occupandosi soprattutto di problemi relazionali e comportamentali dei bambini, per poi focalizzarsi su affidi intrafamiliari. Ha rappresentato l’Ausl di Reggio nel piano provinciale delle adozioni, seguendo oltre quattrocento studi di coppia. E ha partecipato a missioni di adozioni internazionali in diversi Stati del mondo. Ha svolto anche l'incarico di consulente tecnico d'ufficio per il tribunale e di parte. Dopo essere andato in pensione, aveva continuato la professione privatamente. Di recente era stato sentito nell'ambito della commissione regionale sugli affidi istituita dopo l'inchiesta 'Angeli e demoni'.

Il professionista era ricoverato nel reparto di Rianimazione dell'ospedale Santa Maria Nuova, dov'è morto ieri sera alle 23.40: a Pascarella era stato diagnosticato alcuni giorni fa il Coronavirus.

La notizia della sua scomparsa ha destato profondo cordoglio tra i tanti - colleghi psicologi, avvocati, ma anche famiglie che hanno usufruito della sua consulenza e giovani laureati - che lo hanno conosciuto. Così lo ricorda lo psicologo Umberto Nizzoli, ex responsabile del dipartimento di Salute mentale e Dipendenze patologiche dell’Ausl: "Era diventato un riferimento sicuro per le famiglie per gli operatori, ma soprattutto per i bambini: lui sapeva trovare per loro la via per ricostruire un mondo di relazioni umane finalmente nutriente. Erano bimbi che venivano da storie di deprivazione, abbandono e maltrattamento. Lui sosteneva le famiglie affidatarie e adottive a ristrutturare i propri modi di vivere per accogliere quei bambini, sia che venissero da situazioni disgregate nostrane sia che venissero dall’estero. Progressivamente Carmine era diventato l'esperto di riferimento per le adozioni e gli affidi. Riconosciuto localmente e nazionalmente".