Coronavirus Reggio Emilia, nuovo reparto ad hoc

Nicolini (Ausl): "Sarà all’esterno". Struttura della protezione civile

Coronavirus, Nicolini spiega le mosse dell'Ausl (Foto Artioli)

Coronavirus, Nicolini spiega le mosse dell'Ausl (Foto Artioli)

Reggio Emilia, 28 febbraio 2020 - Un nuovo triage sotto un tendone fornito dalla Protezione Civile, che sarà allestito all’esterno del pronto soccorso. E poi venti posti letto aggiuntivi separati dal reparto di malattie infettive, dove isolare i casi sintomatici lievi. Infine il Rems, con già dieci stanze attive, che fungerà da alternativa alla quarantena domiciliare. E’ il Santa Maria Nuova ai tempi del coronavirus. Per il direttore generale dell’Ausl Fausto Nicolini sono giorni difficilissimi. Ci risponde, ma subito subentra lo scrupolo di chi sta gestendo un’emergenza senza precedenti: "Sentiamoci sul fisso, il mio cellulare deve essere sempre libero".

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Direttore, per ora Reggio non ha casi positivi. "Sì, ma non pensiamo certo che Dio ci risparmi, quando tutti sappiamo che ci sono molti casi sia a Modena sia a Parma".

Quali sono prossime mosse che avete concordato con la Regione? "Divideremo la zona del Triage: grazie a strutture della Protezione civile creeremo uno spazio ad hoc fuori dall’ospedale, per evitare che possibili infetti entrino in pronto soccorso".

E tutti gli altri ps della provincia? "Su questo è inevitabile che faremo valutazioni. Non tutti saranno adibiti a gestire questi casi di contagio".

Dopo una prima diagnosi si passa nei reparti. Malattie infettive cambierà? "I trenta posti letto che abbiamo rimangono. Anche perché le altre patologie non sono andate in ferie... Ma stiamo allestendo un’area, comoda per i trasporti, dove riservare altri venti posti letto".

E lì finiranno tutti i casi di coronavirus? "Ci staranno i casi lievi, perché il reparto di Malattie infettive ha strutture dedicate che garantiscono un isolamento totale, necessario nel caso in cui il quadro clinico sia più grave".

Poi c’è il Rems. E’ pronto? "Sì, ieri abbiamo inaugurato i primi dieci posti letto. Nel senso che siamo pronti ad ospitare, anche se per ora non abbiamo richieste".

E lì chi ospiterete? "Tutte quelle persone per cui è conclamato il contatto con zone o individui risultati positivi al virus, che anche se asintomatiche dovranno trascorrere i 14 giorni di quarantena, ma che per ragioni varie non possono farlo a casa. Abbiamo dato disponibilità alla Regione ad ospitarne dalle altre province. Se poi sviluppano sintomi, vengono spostati in ospedale".

Proprio stamattina abbiamo scritto di un caso di quarantena domiciliare. "Sì, ce ne sono tanti. E tutti i giorni la nostra équipe di igiene pubblica li chiama e li visita per fare i tamponi. Per ora non ci sono casi positivi".

In quale caso si può fare quarantena domiciliare? "Servono alcune condizioni. Le basilari: stanza separata e bagno ad uso esclusivo".

Al Rems chi lavorerà? "Abbiamo arruolato in questi giorni il personale necessario. Che non sarà molto, perché in pratica si dovranno fornire pasti e fare il test della temperatura e i tamponi ogni giorno. Saranno operatori socio-sanitari e un coordinatore infermieristico".

Che impatto sta avendo questa emergenza sull’ospedale? "E’ curioso. Perché è chiaro che è aumentato il numero di Tac e radiografie, ma gli accessi al pronto soccorso sono molto calati. E abbiamo avuto tante disdette di visite specialistiche. Il maxi-lavoro è quello svolto sul territorio".

La gente ha paura di venire in ospedale. E forse prima ci veniva con troppa leggerezza... "Si sa che il pronto soccorso è vissuto come se fosse un ambulatorio del medico. E queste situazioni ce lo dimostrano".

Ci hanno segnalato furti di mascherine e gel. "Tutto vero. Purtroppo noi siamo aperti più delle chiese: h24. E’ impossibile vigilare dappertutto".

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