Corsa per garantire l’irrigazione dei campi

Al lido di Boretto si lavora fino a 14 ore al giorno per liberare dalla sabbia le bocche delle pompe: "Così salviamo le nostre campagne"

Migration

di Antonio Lecci

Si lavora in modo costante, senza sosta, anche fino a 12-14 ore al giorno, compresi sabato e domenica, per mantenere libere dalla sabbia le idrovore della Bonifica, che permettono all’acqua del Po di essere immessa nei canali di bonifica per l’irrigazione. La lunga durata del giorno, con possibilità di luce naturale fino a tardi, consente di procedere con attività senza sosta nei pressi del lido di Boretto. Ieri mattina, grazie a un incremento di dieci centimetri del livello del Po – probabilmente per l’effetto di qualche temporale in quota o per il rilascio idrico da qualche lago – è stato possibile attivare al massimo le pompe, per riempire quanto più possibile i canali. "Non c’è alternativa – spiegano gli operatori che stanno lavorando intensamente a pompe idrauliche ed escavatori per tenere sgombro il canale del Po verso gli impianti – visto che non ci sono sbarramenti lungo il fiume e l’acqua dolce che transita finisce inesorabilmente verso il mare, senza poter essere conservata per l’emergenza". Almeno dieci operai della società Flumar stanno lavorando da settimane senza sosta per scavare la sabbia dalla zona degli impianti idrovori. "Senza questa operazione – conferma il titolare, Mauro Bacchi (nella foto in alto), che segue le operazioni – la sabbia bloccherebbe le bocche delle pompe, rendendo impossibile il prelievo idrico per le campagne. Stiamo svolgendo un lavoro immenso, con due o tre ruspe, ma anche con potenti pompe che spostano la sabbia verso il centro del fiume. Più di così non possiamo fare. Non ovunque è così: ci sono bonifiche ferme per l’impossibilità di prelevare acqua". Nessun commento, però, alla richiesta di spiegazioni sull’impossibilità di trasferire altrove la sabbia, invece di accumularla sulla montagnola che si sta creando tra il ponte e il lido: "Si tratta di scelte tecniche che non dipendono da noi", la risposta secca di Bacchi. Spostare la sabbia verso il centro del fiume dovrebbe impedire al materiale di tornare verso le pompe degli impianti in caso di pienetta del Po. Ma, senza spostare altrove la sabbia, il rischio è che comunque la corrente del fiume possa portare il materiale a valle, creando poi problemi di insabbiamento al lido Po di Boretto e al suo porto turistico. Ipotesi che potrebbe verificarsi entro due o tre anni, rendendo poi necessario un costoso intervento per rendere fruibile l’importante porto reggiano sul Po. "Il nostro lavoro è considerato molto utile a garantire l’approvvigionamento idrico agli impianti della Bonifica per consentire l’irrigazione delle campagne – aggiunge Bacchi – tanto che ci hanno chiesto di lavorare anche in altre zone. Ma noi siamo concentrati qui a Boretto, dove abbiamo ancora molto da fare. Con la guerra in Ucraina e la necessità di produrre più grano, molti agricoltori hanno investito parecchio su questo settore. Ora hanno bisogno d’acqua per irrigare. Non garantire la risorsa idrica, in questo momento, provocherebbe danni enormi. Che nessuno si può permettere".