Un grande corteo, che supera il campanilismo, e che porterà centinaia di persone a sfilare nella nostra città contro la manovra finanziaria del governo. E’ quanto hanno annunciato ieri Cgil e Uil (la Cisl non ha aderito) in una conferenza stampa dove sono stati forniti i dettagli della giornata di mobilitazione del 16 dicembre, che coinvolgerà direttamente la nostra città. Le sezioni di Modena e Reggio Emilia per l’occasione hanno organizzato un corteo unitario: partirà alle 9 da Porta san Pietro e terminerà sotto la prefettura, dove i portavoce sindacali incontreranno i prefetti delle due città per presentare le loro istanze. Ci si aspetta grande partecipazione: "La situazione è tale che abbiamo deciso di superare il campanilismo e unire i comitati di Modena e Reggio in un’unica grande manifestazione" ha spiegato Cristian Sesena, segretario della Cgil reggiana. Saranno messe a disposizione anche navette da Castelnovo Monti, Correggio, Guastalla, Sant’Ilario e Scandiano, in modo da raccogliere più partecipanti possibili. Sesena continua spiegando che "nessuno può sentirsi al sicuro dalle ingiustizie di questa legge" mentre il portavoce Uil Ferdinando Guidetti ha mostrato grande preoccupazione: "Se non si fa qualcosa per cambiare direzione, rischiamo in un futuro non troppo lontano di veder collassare i servizi di base del Paese". La sanità è una delle prime questioni: "Pensate che l’Ausl di Reggio ha un credito nei confronti dello Stato di 38 milioni per i servizi offerti negli ultimi anni. Non si parla di soldi in più ma solo di quelli dovuti, eppure non sono stati stanziati. Così è inevitabile l’aumento dei ticket e dei tempi di attesa, si rischia di privatizzare". Altro tema caldo sono le pensioni: "Non sono adeguate all’inflazione che a gennaio sarà al 17% e alzando quelle minime si rischia di mettere soldi nelle tasche di persone che hanno dichiarato meno di quanto prodotto. Bisognerebbe piuttosto intervenire su quelle attorno ai 1300 euro netti, sempre più importanti nell’economia delle famiglie". Non poteva mancare il caro-bollette: "L’intera campagna elettorale si è giocata su quello eppure i fondi stanziati finiranno il 31 marzo. Un più vasto accesso ai bonus e più tempo per pagare non basteranno". I temi sono tantissimi: "I condoni dei reati di evasione fino a mille euro fanno passare un messaggio bruttissimo, la transizione ecologica non viene regolamentata e si rischia di tagliare fuori milioni di lavoratori, sono stati reintrodotti i voucher che facilitano rapporti di lavoro irregolari". Tommaso Vezzani