"Così sfidiamo il colosso Benetton Ora l’Antitrust ci sta ascoltando"

Le avvocatesse reggiane Federica Canelli e Silvia Casari hanno avanzato un esposto all’Autorità garante del mercato a tutela di un imprenditore di Treviglio: "E’ solo l’inizio ma il clima sta cambiando"

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"E’ una battaglia che conduciamo ormai da sette anni. Finalmente, l’Antitrust ha mostrato una sensibilità diversa e questa volta, l’atto che abbiamo fisicamente redatto e presentato ha dato il là ad un provvedimento di apertura di un’istruttoria nei confronti di Benetton". A parlare sono Federica Canelli e Silvia Casari, due avvocatesse reggiane che hanno lanciato il guanto di sfida al notissimo marchio di abbigliamento. Tema del contendere, i contratti di franchising stipulati con i singoli rivenditori sparsi sul territorio nazionale, finiti nel mirino dell’Autorità di tutela della concorrenza e del mercato: “potrebbero essere tali da determinare un abuso di dipendenza economica rilevante per la tutela della concorrenza e del mercato”, come stabilito nell’atto in cui viene disposta l’apertura dell’indagine.

"L’esposto inizialmente riguardava una trentina di imprenditori sparsi in tutta Italia in cui si configuravano le fattispecie in oggetto del nostro ricorso – proseguono le due legali -. Successivamente l’Antitrust ha voluto prendere come caso ‘di scuola’, quello della Miragreen di Treviglio (società che ha cessato la sua attività, ndr). Ma, va detto, noi abbiamo depositato l’esposto all’Antitrust il 19 novembre 2019. Ci sono state chieste delle integrazioni tra giugno e luglio 2020, però l’autorità ha proceduto con la massima riservatezza le sue attività di istruttoria, sino appunto, a ieri (due giorni fa per chi legge, ndr) in cui ha reso nota, con delibera, l’inizio della procedura nei confronti della società".

Una bella soddisfazione. In una battaglia che, come sottolineato dalle avvocatesse Canelli e Casari si protrae da tempo: "Quella dell’Antitrust è stata una carta che ci siamo sentiti di giocare in virtù anche di una sensibilità diversa che abbiamo colto, sia nel paese, che nelle istituzioni. La mossa si è rivelata azzeccata. Almeno c’è una procedura in atto. Tante volte, invece, in questi anni, abbiamo cercato di difendere piccoli imprenditori dichiarati falliti dal Tribunale di Treviso proprio perché messi in ginocchio dalle clausole contrattuali dei contratti di franchising stipulate col gruppo Benetton. Ma si sa, un imprenditore dichiarato fallito non ha nessun interesse a proseguire una causa nei confronti di un colosso come quello di cui si parla".

"Come è iniziata questa sfida? – ricordano Canelli e Casari – Ci ha chiamati un imprenditore di Mantova che aveva nove negozi in franchising con Benetton e contro cui erano stati avanzati dei decreti ingiuntivi per mancati pagamenti di merci che, da contratto, Benetton obbligava i franchisee a tenere in magazzino anche se invenduti. Da lì è iniziata la nostra attività di tutela di questi imprenditori. Abbiamo difeso franchisee di Napoli, di Brescia, di Verona, di Torino. Il passaparola è stato fondamentale. In fondo è una rete, ora pressoché sparita a causa di queste pratiche, anti- concorrenziali, e conoscendosi tutti, ci hanno segnalato come professioniste disponibili a prendersi in carico la loro tutel".

"La cosa che ci ha lasciate sgomente – chiudono le due legali – è il fatto che questi piccoli imprenditori si definiscono “clienti” di Benetton. Questo dà l’indice di come sia improntato il rapporto tra la casa madre e la rete di venditori sul territorio. La seconda è che tra i tanti negozianti falliti in questi anni ve n’erano alcuni che con Luciano Benetton (Il patriarca della famiglia e fondatore del marchio, ndr) avevano un rapporto diretto. Ci uscivano a cena, addirittura. E’ stato anche distrutto un rapporto fiduciario con la rete di vendita, oltre alle implicazioni legali che l’Antitrust appurerà".

ni. bo.