ANTONIO LECCI
Cronaca

"Crediti universitari insufficienti. Le istituzioni affrontino il problema"

Coinvolge anche i sindacati, per quanto riguarda gli aspetti del lavoro, la vicenda dei corsi di laurea L-19. La Cgil...

Mauro Nicolini (Fp Cgil)

Mauro Nicolini (Fp Cgil)

Coinvolge anche i sindacati, per quanto riguarda gli aspetti del lavoro, la vicenda dei corsi di laurea L-19. La Cgil conferma come molti iscritti stiano ricevendo le mail del Dipartimento di Educazione e Scienze Umane che informano come il loro corso non sarebbe più sufficiente per essere assunti come educatori dei servizi educativi della prima infanzia sia nel settore privato sia in quello pubblico. "Cgil Reggio e Modena insieme alle categorie Fp e Flc – continuano le categorie Fp e Flc con Cgil di Reggio e Modena – per ovviare a questa criticità, l’Università ha proposto agli ex studenti di immatricolarsi in sovranumero per poter ottenere i 55 Cfu in più rispetto a quelli previsti dal corso di laurea conseguito a suo tempo. A chi chiedeva ulteriori informazioni, il Dipartimento ha inviato un’ulteriore comunicazione per spiegare che, nonostante il parere tecnico del Ministero rispetto ai requisiti richiesti dalla normativa, quest’ultimo non sarebbe stato ritenuto sufficiente per poter essere ammessi ad alcuni concorsi pubblici. Nessun altro ateneo, all’oggi, ci risulta aver inviato comunicazioni analoghe ai propri ex studenti".

Per comprendere a fondo le ragioni di questa posizione, che rischia di riverberarsi pesantemente sulla tenuta complessiva dei servizi educativi delle province di Modena e Reggio, e per tutelare in modo completo gli educatori in questione, interessati da questo provvedimento, i sindacati hanno chiesto tempestivamente un incontro al Rettore e alla direttrice del Dipartimento di Educazione e Scienze Umane.

"Ci impegneremo per quanto in nostro potere – aggiungono Cgil di Reggio e Modena, unitamente alle categorie provinciali Fp e Flc – al fine di evitare che questa situazione venga scaricata esclusivamente sugli ex studenti, oggi lavoratori, i quali non hanno nessuna responsabilità se non quella, paradossalmente, di essersi laureati in Unimore e non in un’altra università. Non occorre rimarcare quanto i servizi educativi dell’infanzia rappresentino un fiore all’occhiello per la nostra città e quanto di questo storico "vanto" collettivo dipenda dalla professionalità di chi ci lavora ogni giorno. Riteniamo opportuno che le istituzioni locali e i datori di lavoro pubblici e privati (che già stiamo interessando) giochino un ruolo attivo nell’individuazione di una soluzione sostenibile a questa problematica".